Codice Appalti - Camera, via libera a riforma

|Novità|18 novembre 2015

L'Aula di Montecitorio ha approvato, con 343 voti a favore, 78 contrari e 25 astensioni, il disegno di legge contenente le deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive europee n. 23, 24 e 25 del 2014 in materia di appalti e concessioni. Il testo torna ora al Senato per l'ok definitivo.

Le modifiche approvate alla Camera

La versione approvata dalla Camera dovrebbe essere confermata senza modifiche da Palazzo Madama, dal momento che il termine per il recepimento delle direttive scade il 18 aprile 2016.

Rispetto all'impianto iniziale del provvedimento, le indicazioni che arrivano dal Parlamento sono molto numerose, con gli ultimi ritocchi arrivati attraverso i 40 emendamenti apportati dall'Aula della Camera.

Le modifiche riguardano anzitutto modalità e termini per l'esercizio della delega, con la possibilità per il Governo di adottare due decreti legislativi: il primo, da approvare entro il 18 aprile 2016, per l'attuazione delle direttive europee; il secondo, da varare entro il 31 luglio 2016, per il riordino complessivo della disciplina in materia di contratti pubblici.

L'Esecutivo potrà comunque decidere di adottare, entro la scadenza di aprile, un unico decreto legislativo che assolva entrambe le funzioni. Sembrerebbe l'opzione preferita al momento, a giudicare dalle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, al termine del voto, circa l'intenzione di rendere operativo il nuovo Codice degli appalti entro giugno.

L'Aula ha anche chiesto di sostituire il regolamento di attuazione ed esecuzione del Codice con delle linee guida di carattere generale proposte dall'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e approvate con decreto del Ministro delle Infrastrutture, previo parere delle commissioni parlamentari competenti. In questo modo, ha commentato Delrio, “il nuovo codice sarà il primo caso italiano di soft law”.

Modifiche, inoltre, sulla controversa questione dei lavori gestiti in house dalle concessionarie autostradali: nella versione del Senato si prevedeva per tutti i lavori l'affidamento mediante gara, mentre al momento è prevista una soglia minima del 60%. La Camera ha deciso di portare da 12 a 24 mesi i termini per l'adeguamento all'obbligo di ricorso alla gara, che si applicherebbe all'80% dei lavori.

I contenuti del disegno di legge delega

Di seguito un quadro generale delle principali novità introdotte dal provvedimento:

  • la semplificazione, l'armonizzazione e la progressiva digitalizzazione delle procedure in materia di affidamento;
  • il rafforzamento delle funzioni dell'Autorità nazionale anticorruzione;
  • la riduzione degli oneri documentali ed economici a carico dei soggetti partecipanti;
  • l'introduzione di un apposito sistema, gestito dall'ANAC, di qualificazione delle stazioni appaltanti;
  • l'obbligo, per i comuni non capoluogo di provincia, di ricorrere a forme di aggregazione o centralizzazione delle committenze;
  • il contenimento del ricorso alle varianti in corso d'opera;
  • l'utilizzo, per l'aggiudicazione degli appalti pubblici e delle concessioni, del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa;
  • l'istituzione di un albo nazionale delle commissioni giudicatrici e di un albo dei responsabili dei lavori, dei direttori dei lavori e dei collaudatori;
  • la limitazione del ricorso all'appalto integrato;
  • l'estensione delle forme di partenariato pubblico-privato (PPP);
  • la razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale;
  • il divieto, negli appalti pubblici di lavori, affidati a contraente generale, dell'attribuzione di compiti di responsabile o di direttore dei lavori allo stesso contraente generale;
  • l'introduzione di una clausola sociale di riassorbimento occupazionale nei casi di successione delle imprese nel contratto di appalto nelle attività di call center.

Link
Project finance - Anac, stop a concessioni sottostimate

Photo: Montecitorio