La legge quadro sullo spazio sarà approvata entro la prossima primavera. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega per lo Spazio, Adolfo Urso, a margine dell'evento "60 Anni dell'Italia nello Spazio: dal lancio del Satellite San Marco alla corsa alla Luna e a Marte", organizzato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per celebrare la Giornata nazionale dello spazio.
Economia dello spazio in Italia, nuovi investimenti e legge sullo Spazio
Il disegno di legge in materia di economia dello spazio, frutto di mesi di lavoro e di concertazione con i principali esponenti pubblici e privati del comparto, è stato fortemente voluto ed elaborato proprio dal numero uno del MIMIT.
A tal proposito, in base a quanto affermato dal ministro Urso durante l'evento ASI del 16 dicembre, "si dovrà passare alla votazione degli emendamenti che le forze parlamentari hanno presentato per contribuire all'elaborazione legislativa e poi la legge andrà in aula a Montecitorio alla ripresa dopo la pausa natalizia di fine anno con la certezza che sarà approvata entro la prossima primavera".
Da decenni, infatti, l’ecosistema Spazio vive un profondo cambiamento, dovuto alla crescente partecipazione di attori del mondo accademico, dell’industria e delle aziende private, in un campo da sempre battuto esclusivamente da stakeholders pubblici. Il DDL Spazio, quindi, risponde alla necessità di regolamentare il settore, stabilendo norme importanti per lo svolgimento delle attività spaziali e per consentire uno sviluppo del comparto industriale, delle attività di ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Come ha spiegato anche Urso, "nel passato lo Spazio era dominio degli Stati, negli ultimi anni è diventato anche dominio dei privati, se prima era utile oggi è indispensabile regolare l'attività dei privati nello spazio".
Collegato alla legge di Bilancio 2024, il testo delinea sia aspetti più strategici che tematiche strettamente legate alla space economy. Nel dettaglio, la normativa è strutturata complessivamente in 5 Titoli, 31 articoli e 133 pagine. Ecco i principali contenuti del disegno di legge che introduce disposizioni in materia di economia dello spazio.
Space economy: cosa c'è nel DDL Spazio?
Analizzando i contenuti del provvedimento, in primo luogo viene precisato l’obiettivo primario del DDL Space economy, ossia "regolare l’accesso allo spazio da parte degli operatori e a promuovere gli investimenti nella nuova economia dello spazio".
A seguire, vengono fornite una serie di definizioni, tra cui quella di 'attività spaziale', che ricomprende il lancio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali ed ogni altra attività realizzata nello spazio extra-atmosferico, compreso l'uso delle risorse naturali.
Parallelamente, il DDL detta una complessiva regolamentazione dell'eterogenea e vasta attività imprenditoriale privata connessa all'esplorazione dello spazio, anche con espresso riferimento agli accordi internazionali sottoscritti e ratificati dall'Italia in materia.
In sintesi, il disegno di legge intende disciplinare:
- il regime autorizzatorio cui le attività spaziali private sono sottoposte;
- i requisiti di capacità tecnica e professionale che gli operatori devono possedere;
- la valutazione preventiva del rischio connesso all'attività autorizzata;
- il regime di assicurazione obbligatorio e la materia della responsabilità per danni causati dalle attività spaziali;
- misure di sostegno della space economy;
- gli appalti pubblici relativi al settore delle attività spaziali e delle tecnologie aerospaziali (mediante la previsione di un regime speciale).
Le nuove regole prevedono che tutte le attività spaziali - sia quelle condotte da operatori di qualsiasi nazionalità nel territorio italiano, che quelle fatte da operatori nazionali all'estero - debbano essere preventivamente autorizzate dall'Autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei ministri o l'Autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell'Agenzia spaziale italiana (ASI) e del Comitato Interministeriale per le politiche relative allo Spazio e alla ricerca aerospaziale (COMINT), salvo che nel caso in cui l'attività sia munita di autorizzazione rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.
Le misure per l'economia dello spazio
Piano nazionale per l'economia dello spazio
Una delle misure più interessanti nel pacchetto economico del DDL è l'introduzione di un Piano Nazionale per l’economia dello spazio. Questo Piano, con un orizzonte di almeno cinque anni, include l’analisi, la valutazione e la quantificazione dei fabbisogni del comparto, per individuare gli investimenti finanziabili attraverso risorse pubbliche e contributi privati.
Nel dettaglio, il Piano verrà aggiornato con cadenza biennale e contiene:
- analisi, valutazione e quantificazione dei fabbisogni delle capacità produttive;
- analisi delle esigenze istituzionali relative ai servizi basati sull'uso di tecnologie spaziali suscettibile di una valorizzazione commerciale;
- programmazione, valutazione preliminare, controllo e monitoraggio, delle iniziative di partenariato pubblico-privato;
- definizione delle sinergie attivabili tra i diversi strumenti di finanziamento e di intervento;
- allocazione alle varie iniziative previste delle risorse disponibili;
- identificazione delle possibili ulteriori risorse da destinare alle iniziative;
- monitoraggio e verifica delle iniziative finanziate e dei relativi impatti.
Fondo per la Space Economy
A supporto del settore, viene istituito un Fondo per l'economia dello spazio con carattere pluriennale, che mira a promuoverne le attività, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali e sull’utilizzo commerciale delle infrastrutture, comprese quelle realizzate nell’ambito del PNRR e quelle a cui l’Italia partecipa in ambito di collaborazioni internazionali.
Questo nuovo strumento, da istituire nello stato di previsione del MIMIT , avrà una dotazione pari a 20 milioni per il 2024 e 35 milioni per il 2025 mediante riduzione del Fondo per la crescita sostenibile. Viene specificato, inoltre, che verrà alimentato in parte con risorse pubbliche e in parte attraverso le contribuzioni corrisposte in sede di autorizzazione all'esercizio di attività spaziali e le sanzioni irrogate nei confronti degli operatori che non forniscono informazioni o non consentono ispezioni e dei soggetti che svolgono attività spaziali senza autorizzazione.
La liquidità del Fondo è destinata a promuovere, in coerenza con i contenuti del Piano nazionale per l’economia dello spazio, le attività di economia dello spazio nazionali, la commercializzazione dello spazio e delle attività ad esso collegate, favorendo la crescita del mercato di prodotti e servizi innovativi basati sull’uso di tecnologie spaziali, e l’utilizzo commerciale delle infrastrutture spaziali nazionali, incluse quelle in corso di realizzazione nell’ambito del PNRR e del Piano nazionale degli investimenti complementari (PNC), nonché quelle alla cui realizzazione lo Stato italiano partecipa nell’ambito di collaborazioni internazionali.
Gli interventi ammissibili si articolano in contributi a fondo perduto nei limiti massimi del 70% dell’ammontare del Fondo, e per il resto in operazioni finanziarie. Una percentuale massima del 3% dello stanziamento annuo del Fondo può essere utilizzata dal MIMIT per attivare iniziative di assistenza tecnica e supporto tecnico-operativo specialistico.
Startup e PMI, norme speciali in materia di contratti pubblici
Per agevolare l’accesso delle PMI e delle startup ai contratti pubblici, sono previste norme speciali in materia di appalti e per promuovere le attività e tecnologie aerospaziali.
"L’attenzione particolare che si pone alle PMI, con l’incremento delle misure di supporto, permetterà di attribuire maggior valore al Made in Italy spaziale per affrontare le sfide in campo internazionale così da consolidare il ruolo di leadership nel settore", aveva affermato il presidente dell'ASI, Teodoro Valente, in occasione dell’approvazione del DDL Space economy in CdM lo scorso 21 giugno.
"Accogliamo con favore il richiamo specifico al coinvolgimento di startup e PMI innovative, che fanno comunque parte del nostro DNA, richiamando peraltro l'esigenza di richiamarci ad aspetti qualitativi e di distinzione delle tecnologie che tali startup e tali PMI possono apportare, e non puramente a un elemento quantitativo di grado di coinvolgimento", aveva invece affermato Massimo Comparini, direttore generale dell'Unità aziendale spazio di Leonardo, nel corso dell'audizione sullo stesso provvedimento convocata dalla commissione Attività produttive della Camera il 25 novembre scorso.
Le regole per i privati nello spazio
Il DDL regolamenta l’accesso allo spazio da parte dei privati, offrendo grandi opportunità in un comparto che rappresenta il futuro dell’industria e una delle principali traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale. In tale contesto, viene prevista la necessità di un’autorizzazione sia per gli operatori stranieri che intendono condurre attività spaziali dal territorio italiano, sia per quelli nazionali che operano da un territorio estero. Come anticipato, sono esenti dall’obbligo le attività spaziali già autorizzate da un altro Stato, se riconosciute in Italia in base a trattati internazionali.
L’ASI è incaricata della vigilanza sugli operatori: in caso di non rispetto delle disposizioni di legge o degli impegni presi, l’autorizzazione sarà revocata. Inoltre, gli operatori spaziali e i proprietari che non forniscano le informazioni o i documenti richiesti o che non adottino le misure necessarie a consentire le ispezioni, sono sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da 150mila a 500mila euro.
L'Agenzia si occuperà anche dell’immatricolazione nel Registro nazionale degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico per i quali l’Italia è Stato di lancio. Si prevede, inoltre, un registro complementare per iscrivere gli oggetti spaziali non immatricolati in Italia di cui un operatore di nazionalità italiana acquisisca la gestione o proprietà in orbita o su un corpo celeste.
Dai contratti assicurativi alle comunicazioni satellitari
Il provvedimento disciplina le eventualità degli incidenti nello spazio. Gli operatori autorizzati devono stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni derivanti dall’attività spaziale con un massimale pari a 100 milioni di euro per episodio e, nel caso di sinistri, sono chiamati a rispondere in solido. E' prevista anche la possibilità di massimali più bassi per ipotesi di rischio ridotto.
A proposito dell'introduzione dell'obbligo di garanzia assicurativa da parte dell'operatore privato, il presidente dell’ASI ha espresso un parere positivo durante l’audizione alla Camera del 25 novembre. In particolare, secondo Valente questa misura “costituisce un rilevante elemento di protezione per lo Stato, e sarà determinante, anche per attrarre operatori dall'estero, l'attività regolamentare se si considera la possibilità di graduare i massimali in relazione ai rischi e al dimensionamento dell'attività spaziale proposta e non solamente alla natura dell'operatore".
Il DDL Spazio spiana la strada alle costellazioni satellitari internet, con l'obiettivo di colmare il divario digitale del paese. Sono previste, infatti, iniziative per l’uso efficiente dello spettro per comunicazioni via satellite e una riserva trasmissiva nazionale, fissando i principi sul diritto di sfruttamento da parte dei privati che utilizzano infrastrutture spaziali finanziate con fondi statali ed europei.
Sul fronte dei satelliti, il ministro Urso ha aggiunto durante le celebrazioni della quarta Giornata nazionale dello spazio che "nel disegno di legge c'è anche una norma che ci consentirà di realizzare, e ne stiamo discutendo a livello interministeriale per comprendere se abbiamo le potenzialità di farlo e ovviamente con le risorse necessarie, una nostra piccola costellazione satellitare nazionale".
Infine, la nuova normativa stabilisce che lo Stato promuova lo sviluppo dell'attività spaziale quale fattore promettente di crescita economica, favorendo, in particolare, la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa, precisando che l'accesso ai dati, ai servizi e alle risorse delle infrastrutture spaziali nazionale è garantito in modo equo e non discriminatorio.
La leadership dell'Italia in Europa
Con l'approvazione definitiva del disegno di legge sulla space economy, l’Italia confermerebbe il proprio ruolo di primo piano nel comparto: nel dicembre 2022 il nostro Paese ha allocato 3,1 miliardi di euro alla riunione del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea a livello ministeriale, ponendosi al secondo posto insieme alla Francia e solo dopo la Germania per quanto concerne i programmi obbligatori, e al primo posto per i programmi opzionali.
In aggiunta, a livello nazionale, l'Italia ha stanziato 2,3 miliardi nel budget dell'ASI e avviato un processo di investimento per attuare i programmi spaziali previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In totale, grazie agli investimenti pari a circa 7,3 miliardi di euro previsti dall'Italia per i programmi spaziali fino al 2026, l'intera industria spaziale italiana è destinata a registrare una crescita significativa.
"La legge pone l'Italia all'avanguardia tra i grandi player globali e anticipa le intenzioni dell'Unione europea in merito a un regolamento per il settore", si legge in una nota del MIMIT. Concetto che è stato ripreso anche il 16 dicembre dal ministro Urso: "L'Italia, anche in questo campo, è stata più responsabile e lungimirante di altri paesi europei e la nostra legge nazionale sullo spazio, la prima legge nazionale sullo spazio, può essere anche di ispirazione a quello che la Commissione e quindi le istituzioni europee faranno nei prossimi anni, cioè un regolamento europeo sullo spazio".
Il disegno di legge "costituisce una norma organica di disciplina dell’esercizio delle attività spaziali" - aveva sottolineato anche il presidente dell'ASI Valente, nel corso dell'audizione sul DDL Space economy, convocata il 25 novembre dalla Commissione Attività produttive di Montecitorio - che consente "di completare il quadro normativo nazionale, di stimolare e promuovere lo sviluppo di attività private creando certezza del diritto, di definire la regolamentazione tecnica ponendosi all’avanguardia nel panorama internazionale, di adeguare il quadro normativo a quello dei principali Paesi con cui l'Italia intrattiene relazioni nel settore spaziale e di stimolare il tessuto produttivo nazionale della filiera aerospaziale attraverso l'introduzione del Fondo per la space economy".