La Commissione Ambiente del Parlamento europeo preme per una rapida ratifica, da parte dll'Unione europea e degli Stati membri, dell’accordo sul clima.
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A qualche giorno dalla ratifica di Cina e Stati Uniti, gli eurodeputati della commissione Ambiente chiedono alle istituzioni Ue e ai Paesi membri di non perdere terreno nella lotta al cambiamento climatico.
COP21: l'adesione “storica” di Cina e USA
L'adesione dei due Paesi, avvenuta alla vigilia del G20 in Cina, rappresenta un passaggio determinante per l'attuazione dell'accordo sul clima raggiunto a Parigi a dicembre: affinché la COP21 entri in vigore, infatti, serve la ratifica di almeno 55 Stati, rappresentanti il 55% delle emissioni di gas che provocano l'effetto serra. Con USA e Cina si arriva a circa il 40% delle emissioni.
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, si è detto “ottimista” circa l'entrata in vigore entro la fine dell'anno dell'accordo di Parigi.
“La ratifica dell'accordo raggiunto alla COP21 di Parigi da parte di Stati Uniti e Cina segna un passaggio storico nell'azione di contrasto ai cambiamenti climatici e verso la trasformazione in senso sostenibile del modello economico globale”, si legge in una nota congiunta dei ministri dell'Ambiente e degli Esteri Gian Luca Galletti e Paolo Gentiloni.
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Ue resta indietro
Con la ratifica delle due maggiori potenze mondiali (e dei due maggiori “inquinanti”), l'Unione europea si trova a giocare un ruolo fondamentale nello scacchiere mondiale: con il suo 12% di emissioni, infatti, potrebbe far entrare in vigore ufficialmente l'accordo di Parigi.
Fautrice dell'accordo sin dai primi incontri preparatori, l'Unione europea è però indietro con il processo di ratifica della COP21. Ritardo per cui viene richiamata dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo, che con una maggioranza schiacciante (47 voti a favore e un solo contrario) ha votato una relazione invitando il Consiglio ad adottare tutte le misure necessarie per mettere a punto la sua posizione sulla ratifica di Parigi, insieme con i processi di ratifica nazionali paralleli nei singoli Stati membri.
“L'Unione europea, che finora è stata leader nella lotta al cambiamento climatico, deve dare l'esempio e per questo stiamo lavorando affinché in tempi brevi possa esserci la ratifica, entro la fine del 2016 o ancora prima se possibile”, dichiara il presidente della commissione Ambiente Giovanni La Via (PPE), relatore del testo andato al voto.
“A novembre avremo la COP22 a Marrakech”, un incontro che segue quello di Parigi e che intende verificare l'implementazione dell'accordo, “speriamo che per quella data anche l'Unione europea abbia raggiunto il suo obiettivo e che in quell'occasione un numero elevato di Paesi abbia ratificato l'accordo di Parigi”, aggiunge.
L'Italia punta a chiudere entro ottobre
La bozza di ratifica degli accordi di Parigi sul clima potrebbe arrivare in Parlamento entro ottobre "e comunque il più presto possibile", fa sapere intanto il ministro Galletti. "Abbiamo predisposto una bozza di ratifica che, acquisito il parere di tutti i Ministeri competenti, potremo portare in Parlamento".
Quanto al ritardo europeo, Galletti sottolinea che “le procedure europee sono più difficoltose, ma stiamo valutando una strategia comune”.
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