Sul fronte industria e commercio, i leader del G20 si sono impegnati contro la crisi del settore siderurgico e per la liberalizzazione degli scambi.
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A conclusione del vertice svoltosi nei giorni scorsi a Hangzhou, in Cina, i leader del G20 hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta con le priorità e gli impegni da rispettare al fine di affrontare una serie di questioni di massima urgenza a livello mondiale, quali: la crescita economica globale, una rafforzata cooperazione politica, la necessità di una governance economica e finanziaria più efficace ed efficiente, la promozione degli investimenti e del commercio globale, lo sviluppo inclusivo e interconnesso, etc.
Industria siderurgica: combattere sovraccapacità
I leader del G20 riconoscono l'esistenza di problemi strutturali - tra cui l'eccesso di capacità in alcuni comparti economici, la debole ripresa economica globale e la scarsa domanda di mercato - che hanno causato un impatto negativo sul commercio e sull'occupazione. In particolare, la sovraccapacità in settori quale quello dell'acciaio, è "un problema globale che richiede risposte collettive".
Le sovvenzioni e altri tipi di sostegno da parte dei governi o delle istituzioni governative possono provocare, si legge ancora sul documento congiunto - "distorsioni del mercato" e contribuire ad un "eccesso di capacità globale", e "richiedono pertanto attenzione".
In questo contesto, un certo rilievo lo ricopre il fatto che tra i membri del G20 vi è ovviamente anche la Cina. Cina, che, insieme alla Russia, è tra i maggior responsabili dell'eccesso di produzione del settore siderugico globale e che, da anni, viene accusata di sovvenzionare molti settori economici del Paese, provocando condizioni di dumping e, dunque, concorrenza sleale.
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