Adottata ufficialmente il 28 giugno, la legge europea sul clima introduce l'obiettivo della neutralità climatica dell'UE per il 2050 e fissa un obiettivo intermedio di riduzione netta delle emissioni inquinanti del 55% entro il 2030.
Presentata a marzo 2020, la legge europea sul clima costituisce uno degli elementi centrali del Green Deal europeo. Obiettivo: fare dell'UE il primo continente del mondo che conseguirà la neutralità climatica entro il 2050.
Un piano ambizioso adottato a fine giugno dai negoziatori di Parlamento e Consiglio.
Cosa prevede la legge europea sul clima: la proposta della Commissione
Con la legge europea sul clima, la Commissione propone un obiettivo giuridicamente vincolante di azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050.
Le istituzioni UE e gli Stati membri sono tenuti ad adottare insieme le misure necessarie al loro livello per raggiungere questo obiettivo.
La roadmap da seguire:
Parte integrante della legge è il piano per il clima al 2030 presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione.
Per il periodo 2030-2050 Bruxelles propone di predisporre una traiettoria unionale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, in modo da poter misurare i progressi compiuti e garantire prevedibilità alle autorità pubbliche, alle imprese e ai cittadini.
Entro settembre 2023, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione valuterà la coerenza delle misure nazionali e dell'UE rispetto all'obiettivo della neutralità climatica e alla traiettoria per il periodo 2030-2050.
La Commissione sarà autorizzata a formulare raccomandazioni destinate agli Stati membri i cui interventi non sono compatibili con l'obiettivo della neutralità climatica e gli Stati membri dovranno tenere conto delle raccomandazioni o spiegare le loro motivazioni se omettono di farlo. E potrà riesaminare l'adeguatezza della traiettoria e le misure adottate a livello di Unione.
Gli Stati membri saranno tenuti anche a predisporre e attuare strategie di adattamento per rafforzare la resilienza e ridurre la vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici.
Cosa prevede il Green Deal europeo
Il piano per il clima al 2030
Il primo passo della legge sul clima è il target al 2030. Nel suo il discorso sullo stato dell'Unione, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha proposto dalla Commissione un taglio delle emissioni al 2030 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.
Il piano per il clima dovrebbe contenere interventi in tutti i settori, in particolare i trasporti, l'energia, l'agricoltura e l'edilizia. Uno degli strumenti principali con cui la Commissione vuole raggiungere il target è il mercato delle emissioni (ETS). L'Esecutivo UE vorrebbe estenderlo al settore marittimo, ridurre le quote gratuite di cui gode attualmente il settore dell'aviazione, fino a "includere il trasporto su gomma e gli edifici", con l'ipotesi di applicare il concetto anche ai distributori di carburante.
Ruolo importante per la mobilità a emissioni zero avranno anche i nuovi limiti sulla CO2 imposti ai produttori. Maggiori sforzi saranno richiesti anche all'agricoltura, seppur tenuto conto dei limiti di adattabilità del settore.
I negoziati
Il Parlamento europeo, nel corso della plenaria di ottobre, si era allineato alla volontà dell’Esecutivo UE di fissare target ambiziosi, ma alzava ulteriormente l'asticella, portando dal 55% al 60% l'obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, oltre a confermare il target intermedio al 2040.
Gli eurodeputati insistevano su un punto importante: che la riduzione delle emissioni riguardi non solo l'Unione europea, ma anche i singoli Stati membri. Per Strasburgo i Paesi devono diventare neutri sotto il profilo delle emissioni di carbonio entro il 2050, e dopo quella data l'UE dovrà raggiungere l’obiettivo di "emissioni negative".
Per farlo, ovviamente, servono finanziamenti sufficienti e una tabella di marcia ben definita: i deputati hanno chiesto alla Commissione di proporre entro il 31 maggio 2023 una traiettoria UE su come raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Il Parlamento ha chiesto inoltre che l'UE e gli Stati membri eliminino gradualmente tutti i sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025, e di istituire un Consiglio europeo per i cambiamenti climatici (ECCC) come organismo scientifico indipendente per valutare i progressi compiuti in tale direzione.
Sempre a ottobre 2020 il Consiglio dei ministri dell'Ambiente aveva raggiunto un accordo solo parziale sulla legge per il clima: bene l'obiettivo emissioni zero al 2050, ma i ministri avevano demandato al Consiglio europeo la posizione sul target al 2030.
Dopo ore di discussioni, i leader hanno trovato un accordo sul testo sulla lotta ai cambiamenti climatici a dicembre, che ha ottenuto l'avallo dei ministri dell'Ambiente il 17 dicembre. Si tratta però di un accordo distante dalla posizione di Strasburgo: gli Stati avrebbero cioè intenzione di mantenere la soglia 2030 non oltre il 55%.
Un negoziato difficile
Da allora i negoziati hanno subito un rallentamento e dopo un anno dalla proposta, la legge non è stata ancora varata. Uno stallo che ha indotto il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans a pensare a una nuova strategia: anziché negoziare i singoli punti della legge, Parlamento e Consiglio dovrebbero affrontare tutte le questioni in un pacchetto unico.
Ci sono ancora “una serie di questioni politicamente delicate in cui le posizioni del Consiglio e del Parlamento sono ancora molto lontane tra loro”, motivo per cui “sarà difficile, se non impossibile, discutere questi problemi in isolamento”, ha detto Timmermans. “Credo che ora dobbiamo spostare i negoziati al livello successivo e vedere come possiamo avere un approccio più olistico che guardi all’intero pacchetto delle questioni aperte, è chiaro che ora dobbiamo chiudere rapidamente questi negoziati in ordine per consentire a tutti noi di concentrarci sul prossimo pacchetto legislativo”.
L'accordo
I negoziatori di Consiglio e Parlamento hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla legge il 21 aprile, alla vigilia del summit sul clima del presidente americano Joe Biden. Accordo che stabilisce l'obiettivo di un'UE climaticamente neutra entro il 2050 e un obiettivo collettivo di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030.
Altri elementi dell'accordo provvisorio includono l'istituzione di un Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, che avrà il compito di fornire consulenza scientifica e relazioni sulle misure dell'UE, gli obiettivi climatici e i bilanci indicativi dei gas a effetto serra e la loro coerenza con la legge europea sul clima e gli impegni internazionali dell'UE ai sensi dell'accordo di Parigi.
I negoziatori hanno convenuto che la Commissione proporrà un obiettivo climatico intermedio per il 2040 entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato ai sensi dell'accordo di Parigi, vale a dire il volume totale indicativo delle emissioni nette di gas a effetto serra che dovrebbero essere emesse in quel periodo senza mettere a rischio gli impegni dell'UE.
L'accordo stabilisce anche un obiettivo ambizioso affinché l'UE si sforzi di raggiungere le emissioni negative dopo il 2050. L'accordo politico è stato approvato in via provvisoria dai negoziatori di Consiglio e Parlamento il 5 maggio ed è stato confermato pochi giorni dopo, il 12 maggio, dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo. Quindi, il 24 giugno, è arrivato il via libera della plenaria.
L'ok formale del Consiglio è arrivato il 28 giugno e segna l'adozione ufficiale della legge. In tale cornice normativa si inquadra la presentazione da parte della Commissione il 14 luglio di un pacchetto di proposte 'Fit for 55' volto a far sì che l'UE possa raggiungere il più ambizioso obiettivo del 2030.