Attesa da tempo, la bozza del decreto rinnovabili apre anche al fotovoltaico. Previsti 7 bandi a partire da novembre, e l'introduzione di gare tecnologicamente neutre.
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Non è ancora la versione definitiva, ma la bozza del decreto rinnovabili contiene alcune importanti indicazioni per il settore.
Atteso da tempo e annunciato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda prima delle elezioni, il provvedimento contiene un’importante novità rispetto alle indicazioni iniziali: gli incentivi dedicati all’energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili per il triennio 2018-2020 aprono anche al fotovoltaico.
La bozza inviata nei giorni scorsi al Ministero dell’Ambiente, dovrà ottenere il via libera da parte dell’Autorità per l’energia e della Conferenza unificata, prima di essere inviata a Bruxelles. Vediamo intanto cosa prevede l’impianto provvisorio del decreto rinnovabili.
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Requisiti per accedere agli incentivi
Accedono ai meccanismi di incentivazione, previa partecipazione a procedure pubbliche per la selezione dei progetti da iscrivere in appositi registri nei limiti di specifici contingenti di potenza, gli impianti a fonti rinnovabili:
- di nuova costruzione, integralmente ricostruiti e riattivati, di potenza inferiore a 1MW;
- oggetto di un intervento di potenziamento, qualora la differenza tra il valore della potenza dopo l’intervento e quello della potenza prima dell’intervento sia inferiore a 1MW;
- oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1MW.
Quelli di potenza superiore accedono agli incentivi a seguito della partecipazione a procedure competitive di aste al ribasso per la definizione del livello di incentivazione, nei limiti di contingenti di potenza.
Ma la principale novità introdotta dal decreto rinnovabili è rappresentata dall’introduzione di gare tecnologicamente neutre, quindi fonti diverse dovranno vedersela sugli stessi contingenti di potenza.
Primo bando a fine novembre
Il GSE, si legge nella bozza, pubblica i bandi relativi alle procedure di asta e registro rispettando una serie di scadenze.
In base alle previsioni, i bandi saranno 7 e il primo sarà pubblicato il 30 novembre di quest’anno. Ne seguiranno altri nei mesi di marzo, luglio e novembre del 2019 e del 2020.
I bandi per l’iscrizione al registro, così come quelli per le procedure d’asta, saranno organizzati in tre gruppi:
- il primo dedicato a fotovoltaico ed eolico;
- il secondo a impianti idroelettrici, geotermoelettrici, impianti a gas residuati dei processi di depurazione ed impianti alimentati da gas di discarica;
- il terzo rivolto a impianti eolici, idroelettrici e geotermoelettrici oggetto di rifacimento totale o parziale.
La potenza messa a disposizione per l’iscrizione ai registri nei 7 bandi sarà di 580 MW per eolico e fotovoltaico, 140 MW per il secondo gruppo e 70 MW per il terzo.
Per le aste le asticelle si alzano e si arriva a 4800 MW per eolico e fotovoltaico, 245 MW per il secondo gruppo e 490 MW per il terzo.
Alle procedure d’asta, inoltre, potranno partecipare anche impianti esteri, a patto che esportino la loro produzione elettrica in Italia (previo accordo di libero scambio).
Il decreto punta infine a razionalizzare gli interventi: gli impianti non potranno essere realizzati in maniera indiscriminata in zone già sature di rinnovabili non programmabili connesse in rete. Gli operatori dell’infrastruttura elettrica dovranno comunicare al GSE le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete.