Mentre la protesta dei trattori dilaga, e dopo Germania, Francia e Belgio raggiunge anche l'Italia, la Commissione europea annuncia nuove misure per tentare di riaprire il dialogo con gli agricoltori: incentivi per incoraggiare gli sforzi di protezione della natura, il ritiro del regolamento SUR sul taglio dei pesticidi e dialogo sugli obiettivi climatici al 2040.
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Una prima apertura alle richieste degli agricoltori, che pongono tra i temi centrali della protesta anche gli oneri connessi al perseguimento degli obiettivi ambientali e climatici dell'UE, era arrivata già alla fine del mese scorso. Il 31 gennaio la Commissione europea ha infatti proposto di derogare, per tutto il 2024, dall'obbligo di mantenere alcune superfici non produttive, previsto dalla Politica agricola comune come prerequisito di base per poter ottenere i pagamenti diretti della stessa PAC. Gli agricoltori saranno quindi esonerati da tale obbligo e riceveranno comunque il pagamento di base.
Questa mattina, intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo per commentare l'esito del Consiglio europeo, che la scorsa settimana ha approvato la posizione dei 27 sulla revisione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dedicato molto spazio alla protesta dei trattori, che si è fatta sentire con forza anche nel corso del vertice dei leader UE a Bruxelles.
“L'unicità del nostro sistema di produzione alimentare europeo deve essere difesa”, ha detto la numero uno della Commissione, non solo assicurando un reddito giusto agli agricoltori (il sostegno della PAC al settore assorbe da solo un terzo del bilancio UE), ma anche facilitando il processo di transizione green dell'agricoltura. Per coinvolgere maggiormente gli agricoltori negli sforzi per una protezione efficace della natura, secondo von der Leyen, servono quindi “incentivi generosi” che vadano “oltre la mera perdita di rendimento”. La presidente della Commissione ha quindi fatto riferimento a nuovi "sussidi pubblici", ma anche a "un’etichettatura premium", una forma di promozione dei prodotti sostenibili da sviluppare in collaborazione con rivenditori e trasformatori.
In generale, ha spiegato von der Leyen, per la conservazione della natura serve “un approccio dal basso verso l’alto e basato su incentivi”. Da una parte, quindi, gli agricoltori dovranno essere coinvolti maggiormente nei processi che li riguardano, e a ciò dovrebbe contribuire il dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, il nuovo forum lanciato dall'Esecutivo UE il 25 gennaio, che dovrebbe produrre un primo rapporto entro settembre. Dall'altra, gli sforzi degli agricoltori per produrre cibi salubri e di qualità riducendo al contempo la pressione sull'ambiente e il clima dovrebbero trovare maggiore riconoscimento. In ogni caso la transizione dovrà esserci: “solo se i nostri agricoltori potranno vivere della propria terra potranno investire nel futuro. E solo se raggiungiamo insieme i nostri obiettivi climatici e ambientali, gli agricoltori potranno continuare a guadagnarsi da vivere”, ha precisato von der Leyen.
E' dentro questo contesto che si possono leggere anche le iniziative annunciate dalla Commissione il 6 febbraio.
Durante il suo intervento in plenaria Ursula von der Leyen ha infatti dichiarato di voler ritirare il regolamento SUR (Sustanainable Use Regulation), la normativa che era stata presentata dalla Commissione nel giugno 2022 nell'ambito della strategia Farm to Fork per ridurre del 50% l'uso di prodotti fitosanitari chimici in agricoltura e vietarli del tutto in alcune zone sensibili come le aree Natura 2000 entro il 2030.
“La proposta SUR è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento europeo. Non si registrano più progressi nemmeno in seno al Consiglio. Quindi dobbiamo fare qualcosa”, ha detto von der Leyen, anticipando di voler proporre al Collegio dei commissari di ritirare il regolamento. “Ma ovviamente il tema resta”, ha precisato. E una nuova proposta, “dai contenuti molto più maturi e con le parti interessate”, dovrà comunque essere presentata.
A poche ore di distanza la Commissione europea ha poi presentato una comunicazione sui percorsi per centrare il target emissioni zero entro il 2050. Comunicazione che raccomanda un taglio delle emissioni di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, rinviando però al dialogo con il settore agricolo la definizione del ruolo della produzione primaria nella transizione, "garantendo nel contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi, e fornendo altri servizi essenziali, come il rafforzamento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio".
A partire dalla raccomandazione presentata oggi, e alla luce del confronto con gli stakeholder, la prossima Commissione europea dovrebbe poi arrivare, nell'ambito della nuova legislatura, a fissare precisi obiettivi climatici per il 2024 attraverso una proposta normativa vera e propria da sottoporre al Parlamento europeo e al Consiglio. Molto dipenderà dalle priorità politiche che prevarranno all'indomani delle elezioni europee di giugno 2024. Il futuro dell'EU Green Deal è tutt'altro che scritto.