Aggiornato il 19 aprile 2018 Parte la sperimentazione su strada di veicoli a guida automatica e Smart road. Cosa prevede il decreto del ministro dei Trasporti Graziano Delrio in attuazione della Legge di Bilancio 2018, pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Parte la sperimentazione delle soluzioni tecnologiche per adeguare la rete infrastrutturale italiana ai nuovi servizi Smart e per i veicoli automatici. Decreto Smart road, così è stato battezzato il provvedimento del 28 febbraio 2018 firmato da Delrio e previsto dalla Legge di Bilancio 2018, approdato in Gazzetta ufficiale il 18 aprile.
Guida autonoma: i numeri di una rivoluzione già avviata
Secondo le previsioni effettuate dall'Osservatorio Autopromotec, sulla base di uno studio realizzato dalla società di consulenza internazionale PwC, si assisterà a una crescita esponenziale del mercato della guida connessa e automatizzata: nel 2022 l'Europa dovrebbe diventare il primo mercato al mondo con un fatturato stimato in 48,4 miliardi di euro (+195,1%), mentre gli USA dovrebbero attestarsi sui 46,5 miliardi di euro (+162,7%).
L'area in cui si assisterà a un incremento maggiore sarà quella BRIC, con +246%, sino a raggiungere 39,1 miliardi di euro, mentre il Giappone evidenzierà un aumento del 225,9%, sino a 8,8 miliardi di euro.
A che punto è l'Europa
Ad aprile 2016 i ministri dei Trasporti dell’UE hanno siglato una dichiarazione sulla cooperazione nel campo della guida automatizzata, o Dichiarazione di Amsterdam, che sostanzialmente indica i punti focali del cammino verso la smart mobility in UE: sharing economy, decarbonizzazione dei trasporti, interoperabilità dei sistemi e compatibilità transfrontaliera e sviluppo dei sistemi cooperativi intelligenti di trasporto (C-ITS).
Un'accelerazione verso la standardizzazione UE dei collaudi sulle auto senza pilota è arrivata a marzo dello scorso anno, in occasione del Digital Day, quando 29 Paesi europei – Italia inclusa - hanno firmato una lettera d'intenti per istituire, insieme con la Commissione europea, un quadro giuridico per le prove transfrontaliere con veicoli connessi, sulla base di norme armonizzate sull'accesso ai dati, sulla responsabilità e sulla connettività.
Quindi, a fine novembre 2016, Palazzo Berlaymont ha presentato una comunicazione sul tema, dal titolo “Una strategia europea per i sistemi di trasporto intelligenti cooperativi, prima tappa verso una mobilità cooperativa, connessa e automatizzata”.
Obiettivo: una diffusione coordinata dei sistemi C-ITS che permetta di evitare la frammentazione del mercato interno in questo settore e di creare sinergie tra le diverse iniziative.
Un ulteriore passo in avanti è arrivato a settembre dello scorso anno, quando i commissari per il Bilancio, i Trasporti e l'Economia digitale Gunther Oettinger, Violeta Bulc e Mariya Gabriel hanno annunciato la cooperazione avviata con gli Stati membri e l'industria per effettuare test transfrontalieri con veicoli connessi in Finlandia, Norvegia, Svezia, Spagna e Portogallo.
Anche l’Italia si muove: con il decreto Smart road parte la sperimentazione
Il decreto Smart Road mira a realizzare un miglioramento della rete stradale nazionale attraverso una sua graduale trasformazione digitale, con l’obiettivo di renderla idonea a dialogare con i veicoli connessi di nuova generazione, anche nell’ottica di rendere possibile l’utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida, nonché per migliorare e snellire il traffico e ridurre l’incidentalità stradale.
Previsti, dunque, gli interventi necessari per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate (ad esempio, la fibra), la copertura di tutta l’infrastruttura stradale con servizi di connessione di routing verso la rete di comunicazione dati, la presenza di un sistema di hot-spot Wifi per la connettività dei device dei cittadini, dislocati almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio, un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine e una stima/previsione per i periodi di tempo successivi.
Sulla base dei dati raccolti, poi, il sistema offrirà contenuti per servizi avanzati di informazione sul viaggio agli utenti, permettendo eventuali azioni di re-routing.
Le norme stabiliscono che potranno richiedere le autorizzazioni i costruttori di veicoli, gli istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca. Ogni istruttoria seguirà un iter preciso e sarà vagliata singolarmente. Fermo restando il fatto che dovranno essere rispettate una serie di condizioni per garantire la sicurezza dei test.
La roadmap della sperimentazione
Gli interventi saranno realizzati in un primo tempo (entro il 2025) sulle infrastrutture appartenenti alla rete TEN-T (la rete transeuropea dei trasporti) e, comunque, su tutta la rete autostradale.
Per la precisione, il decreto classifica le Smart Road in due tipologie:
- nella tipologia I rientrano le infrastrutture appartenenti alla rete Ten-T, core e comprehensive, e tutta la rete autostradale;
- nella tipologia II rientrano le infrastrutture appartenenti al livello 1 dello SNIT, il Sistema nazionale integrato dei trasporti (l'ossatura fondamentale della rete SNIT di primo livello è formata, nella parte continentale del Paese, da tre assi longitudinali che percorrono la penisola in direzione Nord-Sud, e da un asse che attraversa in direzione Est-Ovest tutta la pianura padana. La rete è completata da un insieme di infrastrutture stradali e autostradali che collegano gli assi principali lungo tutto il loro sviluppo, garantendo l'interconnessione anche con i porti e gli aeroporti di interesse nazionale).
Successivamente (entro il 2030) saranno attivati ulteriori servizi di deviazione dei flussi, in caso di incidenti/ostruzioni gravi; di intervento sulle velocità medie, per evitare o risolvere congestioni; di suggerimento di traiettorie e corsie; di gestione dinamica degli accessi, nonché di gestione dei parcheggi e del rifornimento (con particolare riferimento alla ricarica elettrica).
Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), così come è stata ridisegnata dall’allegato al Def 2017 “Connettere l’Italia”.
Tutti gli interventi saranno immediatamente previsti e realizzati, poi, nel caso di infrastrutture di nuova realizzazione, o di infrastrutture esistenti che siano oggetto di potenziamento o di interventi di innovazione tecnologica, costruttiva o funzionale.
I costi degli interventi saranno a carico del concessionario o del gestore dell’infrastruttura.
Sempre nel decreto Smart road è stata prevista la possibilità per il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di autorizzare la sperimentazione su strada di veicoli a guida automatica.