A differenza di qualche mese fa, questa volta il governo ha deciso di non bloccare le Regioni che vogliono acquistare i crediti incagliati dei bonus edilizi. L’escamotage della Basilicata - la prima Regione a provare la nuova strada - passa per le società regionali partecipate. Si tratta di una breccia nel DL 11-2023, che aveva bloccato il primo tentativo delle Regioni, che potrebbe essere seguita a breve dal Lazio e verosimilmente anche da altre Regioni.
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L’architrave della nuova soluzione per sbloccare i miliardi di crediti incagliati in pancia a imprese, banche e finanziarie emerge nella LR 20/2023 della Basilicata adottata in estate e che il Consiglio dei Ministri (CdM) del 18 settembre ha deciso di non impugnare.
In un testo asciutto, composto da soli 4 articoli, la Legge regionale “Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio” della Basilicata aggira infatti il divieto sancito dal DL 11-2023 di febbraio che aveva bloccato i primi tentativi delle Regioni di acquistare i crediti incagliati utilizzando la propria capienza fiscale. Un tentativo che si era scontrato con le normative di finanza pubblica a cui devono sottostare le Regioni.
Da qui l’idea della Basilicata di traslare l’azione sulle proprie partecipate che, in punta di fioretto, non rientrano nell’elenco di organismi bloccati dal DL 11-2023.
Dopo il via libera sostanziale arrivato dal governo, anche altre Regioni hanno manifestato l’intenzione di utilizzare le proprie partecipate. Una delle prime a scendere in campo è stata la Regione Lazio. Ma l’occasione sembra troppo ghiotta perché altre Regioni non facciano lo stesso.
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Basilicata: le partecipate regionali acquistano i crediti incagliati dei bonus edilizi
In attesa di vedere quali Regioni seguiranno l’esempio della Basilicata, vale la pena analizzare la Legge Regionale n. 20 del 16/07/2023, recante “Circolazione dei crediti fiscali per efficientamento energetico del patrimonio edilizio”.
La norma prevede infatti che “gli enti pubblici economici regionali e/o società partecipate da essa controllati, non inclusi, ai sensi del Decreto Legge 16 febbraio 2023, n. 11, nell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato individuate (...) assumono un ruolo attivo nella circolazione dei crediti fiscali derivanti da interventi di cui all'art. 119 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 come specificati all’articolo 121, comma 2, lettere da a) ad f), effettuati da imprese aventi sede legale ed operativa sul territorio regionale e in riferimento ad immobili ubicati sul medesimo territorio”.
Per far ciò la legge regionale dispone l'istituzione di una piattaforma elettronica tramite cui monitorare l'andamento degli interventi e dei crediti fiscali, “consentendo la pubblicazione e la consultazione tra gli operatori delle domande e offerte di acquisto di detti crediti”.
L’obiettivo è di permettere agli enti pubblici economici regionali (e/o società partecipate da essa controllati) l'acquisto dei crediti incagliati, anche per un loro utilizzo diretto in compensazione nei limiti della capienza fiscale e contributiva di tali organismi.
“L’acquisto dei crediti - specifica però la legge regionale della Basilicata - dovrà avvenire in ogni caso a condizioni di mercato e, comunque, entro un prezzo non superiore al valore nominale del credito”.
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A distanza di tre giorni dal CdM che ha approvato la Legge della Basilicata, il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la proposta di Legge regionale n.72 del 12 settembre 2023, concernente “Disposizioni volte a favorire la circolazione dei crediti fiscali derivanti dagli interventi di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”.
Lo schema di gioco sarebbe lo stesso della Basilicata: consentire alle imprese ed agli enti sotto il controllo della Regione di acquisire crediti fiscali dal mercato, mediante l’utilizzo e il supporto di banche ed istituzioni finanziarie.
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Foto di Mike van Schoonderwalt