Secondo Giorgetti, la libertà di manovra economica del Governo Meloni nei prossimi anni è limitata dagli effetti di lungo periodo del superbonus. Oltre 100 miliardi di euro di agevolazioni, infatti, saranno beneficiati dagli italiani sotto forma di compensazione in dichiarazione dei redditi. Ciò si traduce in un mancato gettito fiscale che, a sua volta, si converte nella necessità per lo Stato di trovare i soldi altrove, ricorrendo al debito pubblico. Contraria invece l’analisi dell’ex premier Conte che sottolinea gli effetti complessivamente positivi del superbonus sul PIL.
Verso la manovra 2024. In attesa della Nadef, Meloni detta la linea
La questione è certamente spinosa e caratterizzata da una estrema politicizzazione del dibattito che si preannuncia sempre più acceso con l'avvicinarsi della Finanziaria. Da un lato, infatti, il Governo Meloni dovrà affrontare una legge di bilancio che si preannuncia particolarmente povera a causa di un mix di fattori derivanti sia dalla scarsa crescita economica, sia dalla necessità di tenere sotto controllo il debito pubblico, gonfiato anche dal superbonus.
Dall’altra le opposizioni - con in testa il M5S, padre del superbonus - difendono il 110%, rimarcando l’effetto complessivamente positivo che l’incentivo ha avuto sulla crescita del PIL in questi anni e che compensa adeguatamente la spesa sostenuta dallo Stato.
Su tutto grava la difficoltà di avere “un’analisi solida e complessiva dell’impatto dell’incentivo per l’economia italiana”, scriveva l’Ufficio di bilancio parlamentare (UPB) in un Report di marzo 2023, che “è comunque difficile utilizzando solo strumenti macroeconomici, anche perché riguarda un periodo caratterizzato da shock eccezionali (la pandemia e la guerra in Ucraina) e che hanno colpito i vari paesi in modo asimmetrico. Evidenze più robuste potrebbero essere tratte dall’analisi di dati microeconomici, integrati per le famiglie beneficiarie e le imprese che hanno realizzato i lavori, al momento non disponibili”.
Ecco dunque cosa hanno detto al Forum Ambrosetti 2023 a Cernobbio, il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e il leader del M5S ed ex-premier, Giuseppe Conte.