Fondo fiduciario Africa - PE, Stati membri rispettino impegni su risorse

|Novità|14 settembre 2016

I Paesi Ue - accusa il Parlamento - non rispettano gli impegni economici e bloccano il pieno sviluppo delle potenzialità del Fondo

Africa - Photo credit: Oxfam East Africa via Foter.com / CC BY

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La plenaria del Parlamento europeo ha approvato a grande maggioranza (511 sì e 126 no) una proposta di risoluzione sul Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa. Molte le critiche rivolte dagli eurodeputati agli Stati membri, soprattutto circa le azioni concrete effettivamente compiute finora.

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Fondo fiduciario Ue per Africa

Lanciato dalla Commissione europea in occasione del vertice sulla migrazione dei capi di Stato e di governo europei e africani, tenutosi a La Valletta l'11 e il 12 novembre 2015, il Fondo fiduciario di emergenza dell'Ue per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione irregolare e del fenomeno degli sfollati in Africa, più comunemente chiamato Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa, è un meccanismo di cooperazione allo sviluppo che intende contribuire alla risoluzione delle crisi nelle regioni del Sahel e del lago Ciad, nel Corno d’Africa e in Nord Africa.

Nello specifico, il Fondo fiduciario è rivolto a: Burkina Faso, Camerun, Ciad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria e Senegal (regioni del Sahel e del lago Chad); Gibuti, Eritrea, Etiopia, Kenia, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Tanzania e Uganda (Corno d’Africa); Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e Egitto (Nord Africa).

Dal punto di vista finanziario, in sede di lancio dell'iniziativa la Commissione ha annunciato per il Fondo risorse pari 1,8 miliardi di euro, provenienti da differenti strumenti finanziari del budget dell’Ue, principalmente dal Fondo europeo di sviluppo (FES), ma anche - è bene ricordarlo - da donazioni degli Stati membri.

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PE: critiche a Stati membri in risoluzione approvata 

Nella proposta di risoluzione sul Fondo fiduciario dell'Ue per l'Africa approvata in plenaria nelle scorse ore con 511 voti a favore e 126 contrari, il Parlamento europeo mostra una serie di preoccupazioni riguardo all'effettivo stato di attuazione dello strumento. Preoccupazioni che riguardano, innanzitutto, questioni di budget.

Dubbi sul quadro finanziario del Fondo

Pur riconoscendo “il valore aggiunto di riunire una grande quantità di contributi nazionali a livello dell'Unione europea, insieme ai contributi sostanziali degli strumenti di finanziamento esterni" (quali lo strumento di cooperazione allo sviluppo, lo strumento per gli aiuti umanitari e lo strumento europeo di vicinato) e, soprattutto, del Fondo europeo di sviluppo, il PE fa notare come “gli impegni finanziari finora assunti dagli Stati membri” in tale contesto rappresentino “solo una minima parte del contributo dell'Unione, in quanto, nell'aprile 2016, ammontano a soli 81,71 milioni di euro, pari ad appena il 4,5 % dell'importo di 1,8 miliardi di euro previsto”.

La volatilità dei contributi volontari finora attivati dai Paesi Ue, si legge ancora nel documento – il cui relatore è l'eurodeputato M5S Ignazio Corrao - dimostra che “il ricorso a strumenti di finanziamento esterni al bilancio dell'Ue non è una soluzione valida per mobilitare finanziamenti aggiuntivi”.

Gli Stati membri, continua il PE, dovrebbero “onorare i propri impegni” e “conformare rapidamente ed effettivamente il loro contributo a quello dell'Unione”; in modo da “consentire il pieno sviluppo delle potenzialità del Fondo fiduciario”, piuttosto che “limitarsi al minimo richiesto per ottenere il diritto di voto” all'interno del consiglio strategico.

Sempre in materia di finanziamenti, gli eurodeputati sottolineano infine come i "già bassi livelli di assistenza allo sviluppo ai Paesi meno sviluppati siano diminuiti per il secondo anno consecutivo nel 2014 e che la percentuale degli aiuti destinati a tali Paesi abbia raggiunto il livello più basso in dieci anni". Alla luce di ciò, il PE esorta gli Stati membri ad assicurarsi che tali aiuti ai Paesi più poveri non vengano sottratti per coprire il costo delle crisi in corso.

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Altre preoccupazioni: dialogo con comunità locali, trasparenza e monitoraggio

Oltre alla questione finanziaria, il PE ricorda che "le autorità regionali e locali, le organizzazioni della società civile e le ONG sono partner naturali per una politica di sviluppo efficace" e che è essenziale "mantenere un dialogo costante con le autorità nazionali e le comunità locali per definire strategie e priorità comuni" e garantire un "approccio basato sui fatti nell'attuazione del Fondo".

Infine, gli europarlamentari si rivolgono alla Commissione europea, invitandola a "monitorare sistematicamente il modo in cui sono impiegate le risorse del Fondo" e le modalità di assegnazione delle stesse. Strasburgo chiede, inoltre, di "potenziare le prerogative di controllo del Parlamento in materia di Fondo fiduciario", invitando, in particolare, il Consiglio e la Commissione a informare il PE su basi regolari riguardo alle "azioni specifiche intraprese sia dall'Ue che dagli Stati africani nell'utilizzo di tali fondi" e ai risultati conseguiti.

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Photo credit: Oxfam East Africa via URL non più disponibile / CC BY