Oltre 200 milioni dall'Ue per sostenere un milione di rifugiati siriani in Turchia, Giordania e Libano.
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Il Fondo fiduciario regionale dell'Ue in risposta alla crisi siriana ha lanciato nuovi progetti del valore di oltre 200 milioni di euro per sostenere i rifugiati che fuggono dalla guerra in Siria e i centri di accoglienza, ormai sovraccarichi, in Turchia, Giordania e Libano.
Il pacchetto di progetti è stato adottato in occasione del quarto incontro del Consiglio del Fondo, che ha riunito la Commissione europea, gli Stati membri, i rappresentanti di Giordania, Libano e Turchia e le istituzioni finanziarie internazionali.
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Il pacchetto è un ulteriore passo verso la realizzazione dell'impegno annunciato dall'Unione europea all'inizio di quest'anno di fornire più di 3 miliardi di euro nel 2016 per assistere il popolo siriano e i paesi vicini colpiti dall'emergenza rifugiati.
Nello specifico, il pacchetto comprende:
- 165 milioni di euro per interventi in Turchia volti al sostegno dell'istruzione - quali la costruzione di scuole o azioni di formazione superiore per i giovani siriani - e all'estensione degli impianti idrici e di acque reflue nel sud del Paese. Gli interventi saranno realizzati in collaborazione con l'UNICEF, l'UNHCR, la BEI e la KfW (Kreditanstalt für Wiederaufbau, la Banca della Ricostruzione tedesca), che lavoreranno a stretto contatto con le autorità turche.
- 21 milioni di euro in sovvenzioni urgenti per il finanziamento di un programma da 140 milioni complessivi, cofinanziato insieme agli Stati membri per riabilitare le reti idriche insufficienti nel nord della Giordania, dove risiede la maggior parte dei rifugiati siriani.
- 15 milioni di euro per consentire all''Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione (UNRWA) di fornire servizi urgenti di istruzione e assistenza economica a migliaia di profughi palestinesi che dalla Siria si sono ora rifugiati in Libano e Giordania.
Per dare una risposta concreta alla pressione migratora, lo ricordiamo, lo scorso 7 giugno la Commissione europea ha presentato la sua strategia di azione esterna, basata su un "quadro di partenariato rafforzato con i principali Paesi terzi di origine e di transito". Il piano, sul modello del Migration Compact italiano, assumerà la forma di singoli "accordi su misura" e sfrutterà tutte le politiche e gli strumenti già a disposizione dell'Unione per ottenere risultati concreti. Gli accordi saranno messi a punto "sulla base della situazione e delle necessità di ciascun partner, a seconda che si tratti di un Paese di origine, di un Paese di transito o di un Paese che ospita molti sfollati".
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