Dopo il potenziamento del credito d'imposta per investimenti nel Mezzogiorno, arrivano nuovi chiarimenti dal Ministero dello Sviluppo economico.
> Decreto Mezzogiorno - nuovo credito d'imposta per investimenti al Sud
> Bonus Investimenti Sud – circolare Entrate 12/E-2017 su credito d'imposta
In Gazzetta ufficiale il decreto del 9 agosto 2017, con cui il Ministero dello Sviluppo economico ha modificato il decreto del 29 luglio 2016 relativo all'assegnazione di risorse del Programma operativo nazionale Imprese e competitività 2014-2020 al credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno e chiarito alcuni aspetti del funzionamento del bonus Sud.
Credito d'imposta investimenti Mezzogiorno
Istituito dalla legge di stabilità 2016, il credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate al Sud è stato potenziato dal decreto Mezzogiorno n. 243-2016, convertito nella legge n. 18 del 2017.
La nuova versione del credito d'imposta prevede:
- l'inclusione della Sardegna fra le Regioni del Mezzogiorno ammesse alla deroga alla disciplina in tema di aiuti di Stato, alla luce della decisione con cui la Commissione europea ha accolto la richiesta del Governo italiano di includere l’intera regione Sardegna come “zona a”, con un massimale standard di intensità di aiuto del 25% per le grandi imprese, a decorrere dal 1º gennaio 2017 fino al 31 dicembre 2020;
- aliquote più elevate per il credito d’imposta sottostante l’acquisto di beni strumentali nuovi, arrivando fino alla misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2020, quindi dal 10% al 25% per le grandi aziende, dal 15% al 35% per le medie e dal 20% al 45% per le piccole imprese;
- un ammontare massimo di ciascun progetto di investimento al quale è commisurato il credito d’imposta più alto della versione precedente, in particolare da 1,5 a 3 milioni di euro per le piccole imprese e da 5 a 10 milioni per le medie imprese, mentre si conferma a 15 milioni per le grandi imprese;
- la soppressione della norma che prevede il calcolo del credito d’imposta al netto degli ammortamenti fiscali dedotti nel periodo d’imposta per beni ricadenti nelle categorie corrispondenti a quelle agevolabili;
- la cancellazione del divieto di cumulo del credito d’imposta con altri aiuti di Stato, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalla normativa Ue.
Meno risorse per le Regioni in transizione
Il provvedimento appena pubblicato in Guri interviene innanzitutto sulla dotazione dello strumento, cui la manovra aveva destinato inizialmente 250 milioni di euro annui, a valere sul Programma operativo nazionale Imprese e competitività 2014-2020 e sui Programmi operativi regionali relativi al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), senza stabilire in che misura l'onere dovesse gravare sulle due tipologie di fonti di finanziamento.
Con il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 29 luglio 2016, in fase di prima applicazione, erano state assegnate al credito d'imposta risorse per 163 milioni di euro a valere sull'Asse III Competitività delle PMI del PON Imprese, di cui 123 milioni di euro destinati alle Regioni meno sviluppate e 40 milioni di euro per le Regioni in transizione.
Ora il MISE rivede al ribasso le risorse, a danno delle Regioni in transizione. Il contributo del PON IC scende infatti a 161,8 milioni di euro, di cui 38,8 milioni – e non più 40 – per Abruzzo Molise e Sardegna. Confermati, invece, i 123 milioni per Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
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Le altre novità del decreto del 9 agosto 2017
Per quanto riguarda, invece, l'attuazione degli interventi finanziati dai Programmi operativi FESR delle Regioni coinvolte, il decreto spiega che la Direzione generale Incentivi alle imprese del Ministero dello Sviluppo economico può assumere il ruolo di organismo intermedio per la gestione dello strumento agevolativo, mediante la sottoscrizione di un atto formale di delega da parte delle rispettive Autorità di gestione dei POR. Con successivi provvedimenti del MISE saranno recepiti i criteri di selezione approvati nell'ambito degli stessi Programmi operativi regionali.
Relativamente al tema del cumulo degli aiuti, il decreto MISE chiarisce che i progetti di investimento cofinanziati con le risorse del PON Imprese possono ricevere sostegno da uno o più fondi strutturali e di investimento europei (SIE) oppure da uno o più programmi e da altri strumenti dell'Unione europea a gestione diretta, a condizione la voce di spesa indicata in una domanda di pagamento per il rimborso da parte di uno dei fondi SIE non riceva il sostegno di un altro fondo o strumento dell'Unione, o dallo stesso fondo nell'ambito di un altro programma.
Infine, per quanto riguarda le comunicazioni per la fruizione del credito d'imposta, il MISE chiarisce che occorre utilizzare il nuovo modello approvato con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 13 aprile 2017, al posto del precedente datato 24 marzo 2016.
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