Gare d'appalto con dialogo competitivo – da direttiva 2014/24/UE a riforma Codice Appalti

|Approfondimenti|21 gennaio 2016

A metà strada tra la procedura ristretta e quella negoziata, il dialogo competitivo è uno strumento per la gestione degli appalti particolarmente complessi.

Appalti - Pixabay

Gli appalti pubblici e i diversi tipi di procedure

La normativa Ue definisce l'appalto pubblico come un contratto a titolo oneroso stipulato per iscritto tra uno o più operatori economici e una o più amministrazioni aggiudicatrici avente per oggetto l'esecuzione di lavori, la fornitura di prodotti o la prestazione di servizi.

Esistono differenti tipologie di procedura d'appalto. Le più diffuse sono:

  • la procedura aperta: procedura a evidenza pubblica in cui ogni operatore economico può presentare un’offerta, purché siano rispettati i requisiti previsti;
  • la procedura ristretta: procedura in cui ogni operatore economico può chiedere di partecipare e in cui possono presentare un’offerta soltanto gli operatori economici invitati dalle stazioni appaltanti
  • la procedura negoziata: procedura in cui i concorrenti vengono scelti e invitati alla gara di appalto direttamente dalla stazione appaltante.

Combinando elementi della procedura ristretta con elementi della procedura negoziata, il dialogo competitivo è un'ulteriore tipologia di procedura d'appalto, nella quale la stazione appaltante avvia un dialogo con i candidati ammessi alla procedura stessa al fine di elaborare una o più soluzioni atte a soddisfare le sue necessità.

Adatto alla gestione di appalti molto complessi, lo strumento del dialogo competitivo viene introdotto per la prima volta nella legislazione Ue dalla direttiva 2004/18/CE del 31 marzo 2004, abrogata, dieci anni più tardi, con la direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014.

Legislazione italiana e recepimento della nuova normativa Ue

Nell'ambito della legislazione italiana la procedura di dialogo competitivo è attualmente definita nell'articolo 58 del Codice degli Appalti Pubblici (decreto 163/2006), che si rifà ancora alla direttiva del 2004.

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