Il testo trasmesso dal Governo al Parlamento ripristina condizioni rigorose per il mantenimento delle partecipate
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Dietrofront del Governo sulle modifiche al decreto attuativo della legge Madia per il riordino delle norme in materia di partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche. La settimana scorsa il Consiglio dei Ministri aveva approvato in secondo esame preliminare una versione del testo con criteri più morbidi per l'individuazione delle società da alienare. Il testo trasmesso al Parlamento, però, ripristina le regole approvate in via preliminare a gennaio, con l'obiettivo di non annacquare una riforma che mira ad abbattere il numero delle partecipate.
A partire da gennaio, le amministrazioni avranno sei mesi di tempo per approvare un piano di razionalizzazione che preveda la cessione o la chiusura, entro un anno, delle società inutili, dei doppioni di altre aziende, di quelle che hanno più amministratori che dipendenti oppure che non raggiungano una soglia minima di fatturato.
A questo proposito, inizialmente il Governo aveva posto un fatturato minimo di un milione di euro nell'ultimo triennio per evitare la dismissione, mentre la scorsa settimana il vincolo era stato allentato a 500mila euro per andare incontro alle richieste degli Enti locali. Inoltre, a differenza del testo iniziale che imponeva la chiusura per le società che hanno chiuso in perdita quattro bilanci sugli ultimi cinque, la seconda versione del testo prevedeva l'alienazione solo in caso di perdite, in quattro anni su cinque, superiori al 5% del fatturato.
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Entrambi i correttivi sono, però, spariti dal testo trasmesso per l'informativa alle Camere: nell'ultima versione il limite di fatturato torna a un milione di euro nell’ultimo triennio e viene meno la soglia del 5% del fatturato.
Non solo: le perdite nelle società a maggioranza pubblica titolari di affidamenti diretti per oltre l’80% del valore della produzione possono determinare la revoca degli amministratori o il taglio dei compensi.
L'approvazione definitiva del decreto in Consiglio dei Ministri è attesa per l'inizio di agosto. Intanto, oggi l'Aula della Camera ha approvato la conversione in legge del dl n. 113-2016 in materia di Enti territoriali.
Il testo, che passa ora all'esame del Senato, riduce le sanzioni per il mancato rispetto del Patto di Stabilità interno nel 2015 e riassegna ai Comuni circa 26 milioni di euro provenienti dagli accantonamenti prudenziali 2015 e dal Fondo per il rimborso della Tasi per l'abitazione principale. Nel provvedimento rientrano anche misure per favorire le assunzioni e aumentare il turn over e un fondo da 10 milioni a sostegno del grano italiano.
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