Oltre al Fondo da 10 milioni di euro e agli aiuti accoppiati PAC, in arrivo bandi per contratti di filiera, trasparenza sui prezzi e un marchio di qualità
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Il Piano nazionale per il cerealicolo muove i primi passi, con lo stanziamento di 10 milioni di euro per gli investimenti nel settore e una serie di altri interventi a sostegno di un mercato che nelle ultime settimane sta sperimentando un vero e proprio crollo.
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Mentre circa mille agricoltori manifestavano davanti al Ministero delle Politiche agricole contro le speculazioni che hanno abbattuto il prezzo del grano del 42% rispetto al luglio scorso, mercoledì il ministro Maurizio Martina ha presieduto la riunione del tavolo nazionale della filiera cerealicola e annunciato i primi provvedimenti in difesa del comparto.
Il primo intervento, inserito nel decreto-legge Enti locali, di cui la Camera ha approvato oggi la legge di conversione, è un fondo da 10 milioni di euro a sostegno degli investimenti, infrastrutturali e non solo, dei produttori di grano 100% italiano.
Al fondo si aggiungono altre cinque misure
- la creazione di una Commissione unica nazionale (CUN) che favorisca il dialogo interprofessionale nel settore del grano duro e la trasparenza nella formazione dei prezzi;
- la conferma degli aiuti accoppiati per il frumento a valere sulla Politica agricola comune (PAC), per un importo totale di quasi 500 milioni di euro, circa 70 milioni di euro all'anno fino al 2020;
- il rafforzamento dei contratti di filiera per incoraggiare gli investimenti, con l'avvio di nuovi bandi in autunno aperti anche al settore del grano, a valere su una dotazione totale di 400 milioni di euro tra contributi in conto capitale e in conto interessi;
- l'introduzione del marchio unico volontario per il grano e i prodotti trasformati, con l'obiettivo di accrescere la visibilità del grano che rispetta il disciplinare del sistema di qualità della Produzione integrata;
- la sperimentazione, previo via libera della Commissione europea, di un nuovo strumento di gestione del rischio per difendere i produttori dalle fluttuazioni del mercato nell'ambito della prossima campagna assicurativa.
Si tratta di prime misure per rispondere a una crisi che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende, ma “c'è bisogno di un piano nazionale cerealicolo che punti alla qualificazione della nostra produzione e consenta ai trasformatori di acquistare sempre più prodotto 100% italiano”, ha dichiarato Martina illustrando i provvedimenti.
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Photo credit: Ivan Vranić hvranic