Economia circolare, il potenziale del settore alla prova della nuova Europa

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Studi e Opinioni
|20 marzo 2025Pulsante icona social per XPulsante icona social per LinkedInPulsante icona social per Facebook
C'è un dato di fatto: l'economia circolare non corrisponde più a una visione sperimentale del modello produttivo ma dovrebbe essere la scelta prioritaria. Nonostante le difficoltà burocratiche e la complicata giungla di norme, in dieci anni l'economia che mette al centro il riuso della materia prima è cresciuta tre volte più velocemente del Pil nazionale: 3,6% contro l'1,2% e nel 2024 ha creato 613mila posti di lavoro. I numeri sono di Confindustria che, facendo riferimento anche al rapporto Draghi, ora chiede di più. E parla all'Europa. Le materie prime critiche: cosa prevede e come si sviluppa il piano europeo

«L'economia circolare aiuta la crescita del Paese e sostiene l'uso efficiente dell'energia e delle risorse, per questo va implementata e favorita anche con interventi legislativi». La richiesta arriva da Confindustria che pubblica il secondo Rapporto sull'economia circolare, a sette anni di distanza dal primo, realizzato nel 2018. Il documento offre un’analisi integrata, esaminando il tema non solo dal punto di vista strettamente ambientale, ma anche di politica industriale, interessando temi strategici quali l’energia, i trasporti, la logistica, le infrastrutture e gli appalti pubblici. Non è un caso che è stato presentato a Bruxelles, al Parlamento europeo, perchè è il mercato di riferimento e quando  gli industriali italiani parlano di regole più semplici e chiare non si riferiscono solo ai confini nazionali.

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