Bruxelles assicura per il CETA una ratifica democratica ma rimane aperta la questione del voto dei parlamenti nazionali dei 28.
La commissaria europea al Commercio Cecilia Malmstrom accoglie con favore la lettera con cui il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda si è detto pronto a considerare l'eventualità di appoggiare la posizione della Commissione nel dibattito con i Paesi Ue sulla modalità di ratifica dell'accordo di libero scambio col Canada. L'opzione lascerebbe, dunque, al Parlamento europeo il compito esclusivo di approvare l'intesa commerciale.
Accordi di libero scambio: la questione della ratifica
Gli accordi di libero scambio sono espressione della politica commerciale comune e, dunque, tradizionalmente competenza esclusiva dell'Unione europea. Tuttavia, dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona tali accordi, una volta conclusi, vengono spesso trasformati da intese europee, che necessitano dell'approvazione del solo Parlamento Ue, in accordi misti, che, invece, richiedono anche la ratifica dei 28. Gli accordi misti sono, infatti, quelli che, per entrare in vigore nell'Unione europea, devono essere ratificati sia dalle istituzioni comunitarie che dai parlamenti nazionali dei singoli Stati membri, secondo le rispettive norme costituzionali.
Se la posizione espressa da Calenda nella lettera inviata a Bruxelles fosse confermata, il governo italiano potrebbe bloccare la trasformazione del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) in un accordo misto, lasciando dunque ai soli eurodeputati la responsabilità di ratifica. La questione è stata al centro di un recente Consiglio dei ministri del commercio Ue a Bruxelles.
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La risposta della commissaria Malmstrom
In tale contesto, nelle scorse ore è arrivata la risposta di Bruxelles alla lettera del ministro italiano.