Patto di Stabilita': Commissione UE, via alla revisione delle regole

|Novità|06 febbraio 2020

UE: riforma Patto di Stabilita' - photo credit: Pixabay NakNakNakRegole troppo complesse e difficili da comunicare non rispondono efficacemente alle nuove sfide economiche. È questa la leva della Commissione europea nell'avviare una consultazione sulla revisione del Patto di Stabilità e le sue successive espansioni.

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La Commissione UE si è data un anno di tempo per formulare la revisione delle regole del Patto di Stabilità, dopo avere ascoltato i pareri dei governi, del Parlamento europeo, della BCE e delle istituzioni finanziarie per arrivare a una proposta condivisa.

I risultati del Patto di Stabilità e i nuovi obiettivi

Aggiornato con i regolamenti del “six-pack” e del “two-pack” per rafforzare il quadro di sorveglianza e governance economica europea colpito dalla crisi economica del 2008-2009, il Patto di Stabilità ha guidato gli Stati membri nel conseguimento di tre obiettivi chiave:

  • garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e della crescita economica evitando squilibri macroeconomici;
  • consentire un maggiore coordinamento delle politiche economiche;
  • promuovere la convergenza dei risultati economici degli Stati membri.

Nonostante la normativa negli anni abbia aiutato a ridurre le vulnerabilità legate agli shock economici, restano vive delle criticità come il debito pubblico elevato in alcuni Stati membri e l'orientamento della politica di bilancio a livello nazionale è spesso prociclica.

"Le nostre regole si sono evolute notevolmente rispetto a quelle stabilite inizialmente e hanno dato risultati positivi. Oggi però sono considerate troppo complesse e difficili da comunicare. Per questo motivo auspichiamo una discussione aperta su ciò che ha funzionato e ciò che non ha funzionato, e sul modo di creare consenso per razionalizzare le regole e renderle ancora più efficaci", ha spiegato il Vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone, Valdis Dombrovskis.

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Commissione UE lancia la consultazione

Partendo dalla premessa che le regole di bilancio finora si sono rivelate poco utili a raggiungere gli obiettivi di crescita della UE, la Commissione europea avvia il processo di revisione partendo con una consultazione pubblica.

Nei prossimi mesi governi, parti sociali, economisti, università e società civile potranno dire la loro rispondendo alle domande formulate da Bruxelles per lanciare il dibattito. Ad esempio, come assicurare stabilità dei conti a breve termine e sostenibilità nel lungo periodo, come andare incontro alle sfide dei Paesi più in difficoltà e come assicurare l'attuazione delle regole riflettendo su sanzioni e incentivi.

La riflessione coinvolgerà anche la flessibilità attualmente prevista dalle regole, per renderla più adatta agli obiettivi del Green Deal, e quindi utile a favorire gli investimenti verdi.

A tal proposito, il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, ha affermato: "La stabilità resta un obiettivo essenziale, ma vi è l'altrettanto urgente necessità di sostenere la crescita e in particolare di mobilitare gli enormi investimenti che servono per affrontare i cambiamenti climatici. Dobbiamo inoltre elaborare politiche di bilancio più anticicliche, tenuto conto dei vincoli crescenti con cui deve confrontarsi la BCE. La complessità delle nostre regole, infine, rende più difficile spiegare ai nostri cittadini cosa dice "Bruxelles" e nessuno di noi dovrebbe accettare una situazione simile. Attendo con interesse un dibattito reale su questi temi nei prossimi mesi."

Infine, lo scopo del dibattito è cercare di rinsaldare il fronte europeo su un tema molto divisivo, ricostruendo un consenso tra Paesi UE virtuosi e non, tra Nord e Sud. L'idea è di trovare un nuovo quadro di regole che serva allo scopo di mantenere la stabilità delle finanze, ma allo stesso tempo favorendo la convergenza in quei Paesi che hanno meno margini di manovra a causa di problemi strutturali che li mettono in una condizione svantaggiata.

La consultazione avverrà tramite incontri, seminari, piattaforme di discussione online nel corso del 2020. In base agli input ricevuti, soprattutto dai governi, Bruxelles deciderà i prossimi eventuali passi.

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