Ricalibrare le agevolazioni per gli investimenti, a partire dall’iper ammortamento, per favorire le piccole imprese. Sono le ipotesi al vaglio del Governo per la prossima Manovra.
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Il Governo sarebbe pronto a prorogare gli incentivi fiscali alle imprese, modificandone però il tiro. Le principali novità dovrebbero interessare il sistema degli ammortamenti e potrebbero toccare anche la Nuova Sabatini e il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo.
L’obiettivo di fondo, spiegano i tecnici, sarà premiare le micro e piccole imprese in misura maggiore rispetto al passato.
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Ritocchi in vista per iper e super ammortamento?
I gialloverdi starebbero valutando di fissare un tetto per l’iper ammortamento - l’agevolazione per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi funzionali alla trasformazione tecnologica e/o digitale delle imprese in ottica Industria 4.0 - per aumentare la quota di piccole imprese premiate rispetto alle grandi, che finora sono state le maggiori beneficiarie della misura.
Tetto cui dovrebbe accompagnarsi anche una revisione delle aliquote di sostegno, che attualmente prevedono una maggiorazione fiscale delle quote di ammortamento al 150% per i beni materiali.
A subire variazioni potrebbe essere, di conseguenza, anche il super ammortamento, la deduzione extracontabile del 30% per gli investimenti in beni strumentali nuovi, impianti e macchinari “tradizionali” (non legati dunque a Impresa 4.0).
Possibile anche una revisione generale dei beni agevolabili: una delle idee al vaglio dell’Esecutivo riguarderebbe la possibilità di spostare il calibro dell’iper ammortamento dai macchinari veri e propri a piattaforme che utilizzano i big data per migliorare i processi produttivi.
Nuova Sabatini e credito d’imposta ricerca e sviluppo
Non è ancora chiaro se la prossima Manovra includerà anche un rifinanziamento della cosiddetta Nuova Sabatini, l’agevolazione messa a disposizione dal MISE con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese.
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Stando all’elaborazione fornita dal Ministero dello Sviluppo economico e aggiornata al mese di luglio, risulta prenotato l’86% delle risorse disponibili (circa 1,1 miliardi di euro).
Non avrebbe bisogno di proroghe il credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, previsto al momento fino al 2020. Ma anche in questo caso non si può escludere un ritocco per consentire alle piccole imprese di calcolare ai fini del beneficio l’intera spesa effettuata in ricerca e non solo - come previsto attualmente - quella in incremento rispetto alla media del triennio 2012-2014.
Il calcolo su base incrementale potrebbe invece restare in vigore per le grandi imprese.