Dopo gli attacchi dei giorni scorsi, il Parlamento europeo ha bocciato l'avvio dei negoziati sulla proposta di direttiva per la protezione del diritto d'autore nel mercato unico digitale. Viene cosi rimandato a settembre il voto in plenaria.
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Con 278 voti favorevoli, 318 contrari e 31 astensioni, gli eurodeputati hanno respinto l'avvio dei negoziati con il Consiglio sulle nuove regole per il copyright, che hanno diviso l'Europa in due.
A fine giugno la commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo aveva adottato la sua posizione in materia, a cura dell'europarlamentare Axel Voss, appoggiando la proposta della Commissione UE. Il Parlamento europeo ha però bocciato, durante la plenaria del 5 luglio, la relazione di Voss, rimandando alla prossima sessione plenaria di settembre le discussioni e la votazione.
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Diritto d'autore, la proposta della Commissione UE
In occasione del discorso sullo Stato dell’Unione del 2016 del presidente Juncker, la Commissione UE ha presentato la sua proposta di direttiva sul diritto d'autore nel mercato unico digitale, al fine di armonizzare il quadro giuridico dell’Unione applicabile al diritto d’autore e ai diritti connessi, tenendo conto degli utilizzi digitali e transfrontalieri dei contenuti protetti.
La nuova direttiva intende rafforzare la posizione dei titolari dei diritti d'autore che utilizzano le piattaforme online per la condivisione di video, come Youtube o Dailymotion. Queste piattaforme avrebbero l’obbligo di utilizzare strumenti efficaci, come tecnologie per individuare automaticamente canzoni o opere audiovisive che i titolari dei diritti hanno identificato e la cui autorizzazione o eliminazione è stata concordata con le piattaforme.
La Commissione propone, inoltre, di introdurre un nuovo diritto per gli editori di giornali, analogo a quello già esistente nel diritto dell’Unione per i produttori di film, i produttori discografici e altri operatori delle industrie creative. Il nuovo diritto riconosce l’importante ruolo svolto dagli editori nell’investire in contenuti giornalistici di qualità e nel crearli, essenziale per l’accesso dei cittadini alla conoscenza.
La nuova direttiva contribuirebbe anche a rendere più facile per i ricercatori l'uso delle tecnologie di text and data mining (TDM) per l’analisi di grandi insiemi di dati.
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La posizione della commissione JURI del PE
Secondo la commissione JURI per tutelare appieno il copyright nell'era digitale è necessario assicurare che artisti, creativi ed editori non siano privati della giusta retribuzione per le loro opere quando vengono condivise sulle piattaforme online.
E' necessario quindi stabilire quali sezioni di un articolo possono essere condivise dagli aggregatori di notizie senza pagare il titolare del diritto d'autore. Inoltre, le piattaforme digitali dovranno pagare i titolari di copyright per i contenuti condivisi in rete e rimuoverli qualora non siano stati pagati.
Al fine di proteggere la libertà di espressione, poi, alle piattaforme potrà essere richiesto di attivare appositi sistemi per consentire agli utenti di reinserire contenuti erroneamente rimossi per una presunta violazione del diritto d'autore.
La commissione vorrebbe anche rafforzare il potere contrattuale degli autori, affinché possano richiedere ai soggetti che sfruttano le loro opere una remunerazione aggiuntiva, nel caso in cui la cifra inizialmente stabilita sia sproporzionatamente inferiore rispetto ai benefici generati dalla commercializzazione del loro lavoro.
Rimandato il voto a settembre
Di fronte ad un'Europa divisa sulle nuove regole per tutelare il diritto d'autore nell'era digitale, il voto rimandato a settembre ha suscitato diverse reazioni.
"Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un'ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d'autore per il moderno ambiente digitale", ha dichiarato Voss.
Soddisfatti, invece, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, e il vicepresidente al mercato unico digitale della Commissione UE, Andrus Ansip, che hanno ribadito la necessità di fermare la divulgazione di informazioni false, affinché si possano definire soluzioni appropriate per tutelare artisti e creativi in tutti gli ambiti.
In Italia, anche i ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno accolto con favore il rinvio dei negoziati, mentre il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), Ricardo Franco Levi, ha parlato di "sconfitta culturale, ancor prima che politica”, che lascia campo libero alle multinazionali del web.
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