Con una relazione dell'eurodeputata M5S Rosa D'Amato il Parlamento europeo chiede più finanziamenti e meno burocrazia per le PMI dell'Ue.
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La plenaria del Parlamento europeo ha approvato la URL non più disponibile sull'attuazione dell'obiettivo tematico 3 "promuovere la competitività delle PMI", a cura dell’eurodeputata italiana Rosa D’amato (M5S). Nel documento si sottolinea la necessità di prevedere nella Politica di coesione maggiori finanziamenti per il rafforzamento della competitività delle piccole e medie imprese, riducendo gli ostacoli che ne impediscono l'accesso ai fondi strutturali e di investimento europei (SIE).
Fondi SIE e PMI europee
L'obiettivo comune degli investimenti a titolo dei fondi SIE è quello di sostenere la realizzazione della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ciascun fondo SIE finanzia 11 obiettivi tematici, e l'obiettivo tematico 3 (OT3) consiste nel "promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, del settore agricolo (per il FEASR) e del settore della pesca e dell'acquacoltura (per il FEAMP)", nonché le priorità d'investimento correlate per il FESR.
Le PMI sono fondamentali per l'economia delle regioni europee, sia in termini di occupazione che di competitività. Nell’Unione si contano circa 23 milioni di piccole e medie imprese che rappresentano circa il 99% di tutte le imprese e contribuiscono alla crescita economica, alla coesione sociale, all'innovazione e alla creazione di occupazione, offrendo oltre 100 milioni di posti di lavoro, circa due terzi dei posti di lavoro del settore privato.
Per il periodo 2007-2013 l’Unione ha assegnato, tramite la Politica di coesione, 70 miliardi di euro a sostegno alle imprese, in particolare le PMI. Per il periodo di programmazione 2014-2020, invece, sono stati stanziati oltre 63 miliardi di euro a valere sui fondi SIE per promuovere la competitività delle PMI, cui si aggiungono quasi 31 miliardi di euro di cofinanziamento nazionale, per un totale di 94 miliardi di euro.
Con tali risorse si prevede di:
- sostenere circa 801.500 imprese per la creazione diretta di 354.300 nuovi posti di lavoro;
- assegnare risorse a 396.500 microimprese e PMI (comprese le imprese cooperative e quelle impegnate nell'economia sociale) da investire nello sviluppo del capitale umano e nelle competenze dei lavoratori.
PMI e internazionalizzazione
Nella relazione gli eurodeputati ricordano che solo il 25% circa delle PMI europee svolge attività di esportazione e che l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese è un processo che richiede sostegno anche a livello locale. La Commissione Ue dovrebbe pertanto usare di più i fondi SIE per aiutare le PMI a cogliere le opportunità offerte dal commercio internazionale e ad affrontare le sfide che esso pone, sostenendole nello sforzo necessario per far fronte ai costi di adeguamento e agli impatti negativi della concorrenza.
Il Parlamento europeo invita, inoltre, la Commissione Ue a prevedere, in sede di preparazione della Politica di coesione per il periodo post-2020, maggiori finanziamenti per il rafforzamento della competitività delle PMI.
Fondi SIE e ostacoli
Tra i principali ostacoli che impediscono un ampio accesso delle PMI ai fondi SIE, si legge nella relazione, ci sono gli oneri amministrativi, il gran numero dei regimi di aiuto, la complessità delle norme e delle procedure, i ritardi nell'introduzione degli atti esecutivi e il rischio di sovraregolamentazione interna.
Gli europarlamentari chiedono di conseguenza al gruppo ad alto livello sulla semplificazione di presentare proposte concrete, tenendo presente anche la strategia "legiferare meglio" (better regulation), per ridurre l'onere amministrativo e semplificare le procedure nella gestione dei fondi SIE per le PMI, ponendo l'accento in particolare sui requisiti relativi all'audit, alla flessibilità gestionale, alla valutazione del rischio e alla valutazione intermedia, al sistema dei controlli e alla coerenza con le regole di concorrenza e con le altre politiche dell'Unione.
Tra gli interventi adottati finora per facilitare l'accesso ai fondi SIE gli europarlamentari sottolineano l’importanza del "marchio di eccellenza" per i progetti che sono stati valutati "eccellenti" ma non sono stati finanziati dal programma Horizon 2020 per mancanza di budget.
Fondi SIE e aiuti di Stato
Sul fronte degli aiuti di Stato il Parlamento europeo invita la Commissione Ue a stabilire condizioni, a livello nazionale e regionale, non discriminatorie nei confronti delle PMI e in linea con il sostegno della Politica di coesione alle imprese, utilizzando i regimi di aiuto basati sul regolamento generale di esenzione per categoria. In questo modo si potranno ridurre gli oneri amministrativi per le amministrazioni e i beneficiari, aumentando l'assorbimento dei fondi europei.
PMI e ritardi di pagamento
E’ urgente, raccomandano inoltre gli eurodeputati, trovare una soluzione duratura per l'arretrato dei pagamenti relativi alla Politica regionale, in modo da assicurare che le PMI, come partner dei progetti, non siano scoraggiate dal partecipare alle iniziative e ai programmi di sostegno nel corso dell'attuale periodo di programmazione a causa dei ritardi di pagamento.
Il pieno rispetto della direttiva sui ritardi di pagamento (2011/7/UE), che impone alle autorità pubbliche di effettuare entro 30 giorni i pagamenti per le merci e i servizi acquistati, contribuirebbe a creare le condizioni per la stabilizzazione e la crescita delle PMI.
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Photo credit: European Parliament