Ultimi ritocchi al Piano nazionale per la banda ultralarga. La strategia nazionale per raggiungere entro il 2018 il 40% della popolazione a 100 Mbps e il 75% della popolazione a 30 Mbps dovrebbe approdare martedì in Consiglio dei Ministri e prevedere investimenti per circa 12 miliardi di euro.
Dopo la pubblicazione, a gennaio, dei risultati della consultazione pubblica sul Piano per la banda ultralarga e sulla Strategia per la crescita digitale 2014-2020, il Consiglio dei Ministri dovrebbe discutere il Piano nella riunione di martedì e potrebbe approvare il relativo decreto-legge già nella seduta successiva.
Nella bozza sottoposta a consultazione pubblica il Governo aveva individuato quattro strumenti per raggiungere gli obiettivi del Piano, che dovrebbero essere confermati dal CdM:
- modelli d’intervento infrastrutturale, in particolare intervento diretto, partnership pubblico-privato (PPP), intervento a incentivo, intervento ad aggregazione della domanda,
- agevolazioni per abbassare le barriere di costo dell'infrastrutturazione, assegnando all'AGCOM un ruolo centrale nella definizione di misure di sostegno alla banda ultralarga capaci di stimolare gli investimenti;
- agevolazioni per l’accesso alle risorse economiche, attraverso garanzie sui prestiti bancari, operazioni di PPP basate su project financing ed emissioni di project bond e defiscalizzazione degli investimenti. Tra queste misure rientra il credito d'imposta IRES e IRAP per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga previsto dallo Sblocca Italia, il cui decreto attuativo dovrebbe essere approvato a breve per permettere la prenotazione delle aree su cui investire nel mese di marzo;
- stimoli alla domanda, ad esempio attraverso voucher gestiti tramite l’operatore che fornisce il servizio.
Le alternative allo studio del Governo per sostenere gli investimenti privati sarebbero essenzialmente due:
- un Fondo di fondi finanziato con risorse europee, nazionali e regionali, che preveda anche la partecipazione di investitori istituzionali con garanzia pubblica;
- un Fondo di garanzia dedicato agli investimenti degli operatori nella banda ultralarga.
Oltre a questo strumento, l'Esecutivo ipotizza l'introduzione di contributi per favorire la transizione dalla rete in rame a quella in fibra e l'attivazione, nei prossimi anni, dei voucher per aumentare la domanda. A questi incentivi dovrebbero aggiungersi una serie di semplificazioni per accelerare la progettazione delle infrastrutture.
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Bozza Piano nazionale banda ultralarga
Risultati consultazione Piano nazionale banda ultralarga
Photo credit: Senado Federal / Foter / CC BY