
In questo modo si conclude il lungo iter di approvazione, iniziato nel 2023, di una legge quadro (Legge 40/2025) che porta l’Italia a dotarsi, per la prima volta, di un sistema unico della ricostruzione pronto ad operare in occasione di qualsiasi calamità (un terremoto, un'alluvione, una frana, etc.), in modo da ottimizzare i tempi e le risorse, prevedendo però quel tanto di flessibilità necessaria ad adattare procedure e misure alle peculiarità del territorio.
Una disciplina della ricostruzione che si attiva dopo la revoca/cessazione dello stato di emergenza, che viene prevista qualora risulti necessario provvedere ad una complessiva revisione dell’assetto urbanistico ed edilizio delle aree colpite e che può durare al massimo cinque anni, prorogabili a dieci in caso di necessità.