Il decreto MIMIT del 14 settembre, che riforma la disciplina del contratto di sviluppo alla luce del nuovo regolamento GBER, approfitta anche del Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato per dare impulso ai programmi di sviluppo per la tutela ambientale volti alla decarbonizzazione e all’efficientamento energetico e ai programmi di sviluppo industriale diretti a favorire la transizione verso un’economia a zero emissioni.
Regolamento GBER e Temporary Framework cambiano i contratti di sviluppo
I contratti di sviluppo si rifanno il look per adeguarsi alle nuove disposizioni del regolamento GBER e alle nuove regole sugli aiuti di Stato. A stabilirlo è il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 14 settembre 2023, che rivede la disciplina dei contratti di sviluppo muovendosi su più livelli:
- nel Titolo I con la revisione puntuale di diversi aspetti della disciplina dei contratti di sviluppo prevista dal decreto ministeriale del 9 dicembre 2014: le modifiche sono numerose, come ricostruito in questo articolo, e spaziano dall'aggiornamento delle intensità di aiuto alle definizioni di “tutela ambientale” e di “sviluppo sperimentale” (solo per citarne alcune);
- nel Titolo II con l'applicazione ai programmi di sviluppo per la tutela ambientale delle disposizioni previste dalla sezione 2.6 del Quadro temporaneo di crisi e transizione (come approfondito qui);
- nel Titolo III con l'applicazione ai programmi di sviluppo industriale delle disposizioni previste dalla sezione 2.8 dello stesso Temporary Framework per gli interventi volti ad accelerare la transizione economica verso un’economia a zero emissioni (come approfondito qui).
La ragione di questo cambiamento sta nella necessità di aggiornare la disciplina attuativa dei contratti di sviluppo, normata dal decreto del 9 dicembre 2014, allineandola alle nuove regole UE previste dalla modifica del regolamento “GBER” e alle novità sopraggiunte in materia di aiuti di Stato con il nuovo Temporary framework di crisi e transizione (comunicazione UE 1711 final del 9 marzo 2023).
Allineamenti dovuti che però portano con sé novità importanti per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale e per i programmi industriali nei settori strategici per la transizione a un’economia a emissioni zero.