Oltre al Critical Raw Materials Act e agli accordi con diversi Paesi, soprattutto del Sud America, per assicurarsi maggiori quantità di materie prime critiche Bruxelles punta anche sul finanziamento di progetti all’avanguardia. Una serie di bandi europei intendono sostenere concretamente le imprese (e non solo) che investono in ricerca e innovazione e nuovi investimenti arriveranno con il partenariato che l’UE si prepara a lanciare, il Raw Materials for the Green and Digital Transition. Grande attenzione è riservata anche all’economia circolare, non a caso: grazie al riciclo dei RAEE, infatti, si potrebbe soddisfare oltre la metà della domanda europea di litio e cobalto.
Le materie prime critiche sono cruciali per la produzione di molte tecnologie indispensabili per la transizione energetica e il digitale ma l’Europa non spicca a livello globale per produzione: come indicato da Cassa Depositi e Prestiti in un documento dedicato al tema, i Paesi UE dipendono dalle importazioni di critical raw materials per oltre l’80% e spesso svolgono un ruolo marginale nelle altre fasi delle catene del valore di tali tecnologie.
Materie prime critiche: a che punto sono Italia e Europa?
La produzione industriale italiana, infatti, dipende per 686 miliardi di euro (pari al 38% del PIL al 2022) da Paesi terzi per l’approvvigionamento dei materiali strategici.