Cosa prevede il decreto Sostegni bis su farmaci e vaccini

|Approfondimenti|29 luglio 2021

Gustavo Fring from PexelsPer sostenere la ricerca e lo sviluppo di farmaci innovativi e vaccini, il dl Sostegni bis prevede due crediti d’imposta sulla ricerca, punta sulla Fondazione ENEA Tech e Biomedical e stanzia fondi per l’infialamento. Le risorse si sommano ai 200 milioni già previsti dal Sostegni 1.

Cosa prevede il decreto Sostegni bis

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del dl 73-2021, lo schema di gioco per potenziare in Italia le attività di ricerca e sviluppo (R&S) sui nuovi farmaci, inclusi i vaccini, previsto dal governo nel Sostegni bis (e confermato con qualche aggiunta anche dal Parlamento) è diventato legge.

Decreto Sostegni bis: credito d’imposta su farmaci e vaccini

Il primo intervento è quello che prevede un credito d’imposta al 20% - fino ad un massimo di 20 milioni l’anno - sui costi sostenuti dalle imprese che effettuano attività di ricerca (sia fondamentale, sia industriale) e di sviluppo di farmaci innovativi e vaccini, incluse le spese per studi di fattibilità. I costi eleggibili - precisano dal governo - saranno quelli sostenuti dal 1° giugno 2021 e fino al 31 dicembre 2030

Il credito - che sarà utilizzabile in compensazione, in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno successivo a quello di maturazione - non concorrerà alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell'imposta regionale sulle attività produttive.

Il credito spetterà anche “alle imprese residenti o alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di soggetti non residenti che eseguono le attività di ricerca e sviluppo in Italia nel caso di contratti stipulati con imprese residenti o localizzate in altri Stati”.

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Le risorse del dl Sostegni bis per ENEA Tech e Biomedical 

L’altro intervento specificatamente volto ad aumentare la capacità italiana nel settore farmaceutico è incentrato sulla Fondazione Enea Biomedical Tech, nome poi cambiato dai parlamentari in Fondazione ENEA Tech e Biomedical, che punta a favorire il trasferimento tecnologico.

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