La legge di bilancio 2025 stanzia 250 milioni di euro per concedere contributi a quelle imprese che, entro lo scorso 31 ottobre, hanno riversato il credito d’imposta ricerca e sviluppo fruito indebitamente. Una misura che secondo Confindustria non risolve però il problema strutturale dell’incentivo, cioè la mancanza di un quadro chiaro che permetta di individuare con certezza gli investimenti davvero agevolabili, evitando così il pericolo di dover successivamente restituire l’agevolazione perché non spettante.
E questo nonostante sia pienamente operativa, da luglio 2024, la procedura di certificazione ex ante dei crediti d’imposta ricerca e sviluppo (R&S) varata nel 2022 con l'obiettivo di verificare la congruità degli investimenti prima di richiedere l’incentivo. Una procedura che ha previsto anche l'istituzione di un Albo dei certificatori degli investimenti in R&S che ha raggiunto il numero di 556 esperti e che ha portato finora a 6.577 progetti di R&S inseriti nel sistema (di cui il 40% già certificati), con un trend in crescita negli ultimi mesi.