Via libera del Parlamento al DEF 2022

|Novità|07 aprile 2022

Draghi e Franco - Consiglio dei Ministri - Photo credit: Palazzo ChigiNella risoluzione sul Documento di economia e finanza 2022, approvata il 20 aprile a larga maggioranza da Camera e Senato, la richiesta al Governo di prevedere un nuovo scostamento di bilancio in caso di ulteriore peggioramento dello scenario economico e indicazioni sulle priorità di intervento in vista del nuovo decreto Aiuti.

Tax credit e rateizzazione bollette: le misure per le imprese contro il caro energia

Varato in anticipo rispetto alle normali scadenze, per aprire la strada a un decreto Aiuti con nuove misure espansive a sostegno di famiglie e imprese da adottare a giorni, il Documento di economia e finanza 2022 riflette il ridimensionamento delle prospettive di crescita dell'Italia rispetto alla NADEF nello scorso settembre. A pesare sulle previsioni del documento di programmazione della politica economica e di bilancio, l'impatto della guerra in Ucraina, soprattutto in termini di aumento dei prezzi, in particolare caro-energia, ma anche il rallentamento del commercio internazionale e il calo della fiducia di consumatori e imprese.

Approvando il DEF in Consiglio dei Ministri, il 5 aprile scorso, il premier Mario Draghi si era detto pronto a fare “tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese”, ribadendo però la linea della prudenza: il “whatever it takes” andrebbe realizzato in questo caso “all'interno di una cornice di decisioni europee e di equilibrio dei conti”. Gli obiettivi di finanza pubblica dell'Italia sono quindi confermati nonostante il quadro meno favorevole, per evitare nuove tensioni sui mercati finanziari, e i nuovi interventi di politica economica in ottica anticrisi dovrebbero essere finanziati secondo l'Esecutivo senza ulteriori scostamenti di bilancio. Considerando i 15 miliardi già impegnati dai tre decreti legge approvati dall'inizio dell'anno, l'Esecutivo dovrebbe poter contare per il nuovo decreto Ristori su risorse per circa 6 miliardi.

A spingere verso l'ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio sarebbero però i partiti della maggioranza, che nella risoluzione sul DEF approvata il 20 aprile lo hanno richiesto al Governo in caso di peggioramento dello scenario economico.

Cosa prevede il DEF 2022?

Punto di partenza del DEF 2022, il Documento che definisce la cornice economica e finanziaria per il prossimo triennio - e che si articola nel Programma di stabilità italiano da inviare alla Commissione europea insieme al Piano nazionale delle riforme -, è la visione sul quadro dell'economia italiana.

Il 2021 si è chiuso meglio delle attese sia in termini di crescita che di indebitamento netto, ha spiegato il ministro dell'Economia e delle finanze, Daniele Franco in conferenza stampa al termine del CdM del 6 aprile, ma la guerra ha determinato vari fattori di rallentamento dell'attività economica, dall'aumento del prezzo dell'energia, al venire meno degli scambi con la Russia e la generale contrazione del commercio internazionale, fino ai problemi di fornitura di materie prime e semilavorati che interessano soprattutto alcuni comparti. Da qui la revisione della previsione tendenziale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) per il 2022, che scende dal 4,7% programmatico della NADEF al 2,9%, mentre quella per il 2023 passa dal 2,8% al 2,3%.

In questo quadro, il Governo ha scelto la linea della prudenza, confermando gli obiettivi di disavanzo della Nadef dello scorso anno, al 5,6% nel 2022, in discesa fino al 2,8% nel 2025. Vi è quindi un margine per misure espansive (0,5 punti percentuali di PIL per il 2022, 0,2 punti nel 2023 e 0,1 punti nel 2024 e nel 2025), che sarà utilizzato per un nuovo decreto Aiuti atteso entro fine aprile. Un provvedimento volto a ripristinare alcuni fondi che erano stati utilizzati a copertura del recente decreto-legge n. 17, a integrare le risorse destinate a compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche, a intervenire ancora per contenere il costo dei carburanti e dell’energia e a varare nuove misure a sostegno di imprese e famiglie.

Per effetto di questi interventi, la crescita programmatica è stimata in leggero rialzo rispetto allo scenario, al 3,1% nel 2022 (dal 2,9 del quadro tendenziale) e al 2,4% nel 2023 (dal 2,3 del quadro tendenziale), con riflessi positivi sull’andamento dell’occupazione e sul rapporto debito/PIL, che nello scenario programmatico diminuirà al 147% nel 2022, dal 150,8% del 2021, per calare poi progressivamente fino al 141,4% nel 2025.

Al Documento di economia finanza si accompagnano i collegati alla manovra 2023, che sono:

  1. DDL Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, comma 3, Cost.
  2. DDL di revisione del Testo Unico dell'ordinamento degli enti locali
  3. DDL delega riforma fiscale
  4. DDL delega riforma giustizia tributaria
  5. DDL riordino settore dei giochi
  6. DDL su revisione organica degli incentivi alle imprese e potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno
  7. DDL su disposizioni per lo sviluppo delle filiere e per favorire l'aggregazione tra imprese
  8. DDL di revisione del d. lgs. 10 febbraio 2010, n. 33 (codice della proprietà industriale)
  9. DDL per l'aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
  10. DDL Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo
  11. DDL recante misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell'assistenza territoriale
  12. DDL Delega recante principi e criteri direttivi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288
  13. DDL Delega al Governo per il coordinamento e il graduale aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell'autonomia e dell'emancipazione dei giovani
  14. DDL Delega per la riforma del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 (Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera i), della legge 7 marzo 2003, n. 38
  15. DDL Sistema degli interventi a favore degli anziani non autosufficienti
  16. DDL Legge sulla montagna
  17. DDL Valorizzazione del sistema della formazione superiore e della ricerca
  18. DDL Legge annuale sulla concorrenza 2021
  19. DDL di adeguamento delle pensioni di invalidità
  20. DDL recante disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle isole minori.

Per approfondire: Ristori, bonus, Transizione 4.0 e non solo: a chi vanno gli aiuti del Sostegni ter

Quali priorità nel Programma nazionale di riforma?

Il Documento di economia e finanza si compone di tre sezioni, più gli allegati: Programma di stabilità, Analisi e tendenza di finanza pubblica e Programma nazionale di riforma. Alla luce degli importanti cambiamenti nel quadro economico nazionale e nel contesto globale, il PNR diventa un’occasione per aggiornare la strategia di governo alla luce delle nuove condizioni, affiancando alle riforme note - dalla giustizia agli appalti, dal fisco alla concorrenza – nuovi filoni di intervento.

Tra questi anzitutto quelli collegati a transizione energetica e diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in risposta agli aumenti del prezzo del gas naturale e dell'energia elettrica, cui l'Esecutivo intendere rispondere con:

  • accelerazione dell’istallazione di capacità produttiva di energia elettrica da fonti rinnovabili, per ridurre rapidamente la produzione delle centrali termiche;
  • rilancio della produzione nazionale di gas naturale e di biometano;
  • diversificazione delle fonti di importazione attraverso un maggior utilizzo dei gasdotti meridionali e un aumento delle importazioni di GPL anche tramite il potenziamento della capacità di rigassificazione;
  • riduzione dei consumi di gas attraverso l’efficientamento termico degli edifici, la promozione di una riduzione della temperatura negli ambienti interni e un maggior ricorso alle pompe di calore.

L’impulso alle fonti rinnovabili - attraverso interventi sulla normativa settoriale e per sbloccare l’approvazione di progetti di generazione eolica e fotovoltaica - è l’iniziativa più importante in un’ottica di medio-lungo periodo, ma nell'immediato - si legge nel PNR - servono azioni per “coordinare l’approvvigionamento di gas dei Paesi UE, l’efficiente circolazione del gas disponibile e la politica di stoccaggio del gas”.

La seconda priorità strategica, tra l'altro strettamente correlata al tema rinnovabili, in particolare per il fabbisogno di pannelli fotovoltaici e turbine eoliche, riguarda lo sviluppo delle filiere produttive legate alla transizione ecologica. Oltre alle linee di investimento già contenute nel PNRR e agli strumenti di sostegno a ricerca, sviluppo e prima industrializzazione quali gli Important projects of common European interest (IPCEI), il Governo intende rilanciare la produzione in Italia di pannelli fotovoltaici di nuova tecnologia e sviluppare i comparti a monte e a valle di tale produzione e di quella dell’idrogeno. Ulteriori iniziative saranno volte a sostenere una maggiore presenza produttiva dell’Italia nella filiera della generazione eolica.

Temi cruciali da affrontare, per quanto riguarda la politica industriale, sono poi quelli della carenza di semiconduttori e della transizione dell'automotive verso veicoli non inquinanti, in particolare verso la trazione elettrica alimentata da batterie (BEV). La filiera italiana, molto specializzata nell’auto tradizionale con propulsori a combustione interna, va quindi sostenuta nella riconversione delle imprese verso la mobilità elettrica, la guida autonoma e assistita ed altre numerose innovazioni, parallelamente agli sforzi per incoraggiare la domanda con incentivi auto e investimenti nelle infrastrutture di ricarica per le auto elettriche.

Infine, il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo (PST), che proprio nel 2022 dovrà essere aggiornato, rappresenta uno strumento chiave per il rilancio di un settore fortemente penalizzato da oltre due anni di pandemia. Le misure del nuovo Piano quinquennale 2023-2027 sono in parte quelle già anticipate dal Recovery Plan, si legge nel PNR, come i crediti di imposta per il miglioramento delle strutture ricettive e per la digitalizzazione delle agenzie di viaggio e dei tour operators, il sostegno del FRI alle imprese e agli investimenti di sviluppo ed i bandi per l’avvio del Tourism Digital Hub (TDH).

Consulta il Documento di economia e finanza - DEF 2022

Cosa ci sarà nel nuovo decreto Aiuti?

Con i sei miliardi disponibili per le misure anticrisi il Governo intende intervenire anzitutto per prorogare gli sconti sul carburante in scadenza il 2 maggio e rinnovare gli interventi contro il caro bollette.

Incentivi, crediti d'imposta e semplificazioni contro il caro bollette: cosa prevede il decreto Energia

Nel decreto Aiuti dovrebbero poi rientrare la proroga della scadenza per usufruire del Superbonus 110% per le villette unifamiliari da giugno al 30 settembre, una nuova dilazione per i debiti dei contribuenti verso il Fisco e nuovi interventi per l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina.

Nella sua risoluzione il Parlamento ha chiesto anche ulteriori misure di contrasto alla povertà, a sostegno dell'occupazione e per la liquidità delle imprese mediante la concessione di garanzie, alla luce della nuovo Quadro contemporaneo degli aiuti di Stato. Intervento quest'ultimo che dovrebbe passare per il rifinanziamento del Fondo di garanzia PMI.

Il pacchetto di aiuti alle imprese danneggiate dalle conseguenze economiche della guerra in Ucraina potrebbe invece vertere su un nuovo Fondo Ristori che, sul modello dei contributi forfettari sperimentati nel contesto della pandemia da Covid-19, permetterebbe di erogare aiuti modulati per fasce sulla base dei parametri economici delle aziende. Budget e criteri di accesso ai contributi, tuttavia, sono ancora oggetto di confronto tra MISE e MEF.