Il G20 al lavoro per aumentare gli investimenti privati nelle infrastrutture

|Approfondimenti|27 settembre 2021

Photocredit: Denis Doukhan da PixabayPartenariati pubblico-privati, nuovi modelli di garanzie pubbliche, maggiore qualità dei progetti infrastrutturali e tassonomia degli investimenti green. Questi i temi trattati a cavallo del weekend da investitori istituzionali di mezzo mondo, governi e autorità UE, riuniti in Italia per capire come aumentare le risorse per gli investimenti infrastrutturali, cruciali per la ripresa post-Covid.

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Si chiama D20-LTIC ed è il Club internazionale degli investitori di lungo periodo (come CDP) che venerdì si è riunito in Italia per parlare di investimenti infrastrutturali e del modo di attrarre sempre più capitali privati. Un tema tanto importante da far partecipare tre ministri (Franco, Giovannini e Cingolani), il commissario UE Gentiloni ed i rappresentanti dei principali fondi di investimento del mondo, presenti in parte anche all’altro evento del G20 sugli investimenti infrastrutturali (questa volta locali) che si è svolto il 27 settembre a Genova.

Che si tratti infatti del mantenimento di infrastrutture ormai obsolete nei paesi sviluppati (vedi la tragedia del Ponte Morandi proprio a Genova) o della realizzazione di nuovi progetti in quelli emergenti, ovunque nel mondo crescono costantemente il fabbisogno di risorse e il gap di finanziamenti disponibili per le infrastrutture, stimato attorno ai 2,5 trilioni di dollari all'anno.

Un deficit incolmabile con i soli fondi pubblici (soprattutto all’indomani del Covid che ha fatto aumentare ovunque il debito pubblico) e che, di conseguenza, richiede un rilancio dell'alleanza pubblico-privata, soprattutto di fronte al calo decennale degli investimenti privati ​​in infrastrutture, passato da 156 miliardi di dollari nel 2010 a 100 miliardi nel 2019.

Le indicazioni del D20 LTIC

Del resto tra cambiamenti climatici, Covid e rivoluzioni green e digital, la sfida è tra quelle non più procrastinabili. Per aumentare il coinvolgimento degli attori privati bisogna però lavorare su diversi fronti, sottolinea il Club fondato nel 2009 da un pool di investitori tra cui CDP, la BEI e la tedesca KfW e che oggi conta 23 tra i più importanti investitori istituzionali di lungo periodo del mondo.

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