Cittadini e organizzazioni sono invitati a mandare il proprio contributo sul futuro del commercio al dettaglio entro l'8 ottobre 2017.
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La Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica in materia di "regolamentazione del commercio al dettaglio in un contesto multicanale", alla luce delle trasformazioni collegate allo sviluppo dell'e-commerce e in relazione agli obiettivi di integrazione nel mercato unico.
Il commercio al dettaglio nell'UE
Il commercio al dettaglio, spiega Bruxelles nella sezione del sito dedicata alla consultazione, è "il maggiore settore dell'economia non finanziaria a livello dell'UE in termini di numero di imprese e di persone impiegate". Il comparto rappresenta, infatti, il 4,5% del valore aggiunto e l'8,6% dell'occupazione nell'Unione.
Il settore retail, continua l'Esecutivo, è inoltre strettamente legato ad altri ambiti dell'economia, come la vendita all'ingrosso, la produzione, l'agricoltura, i trasporti e la logistica. La sua competitività è, dunque, "essenziale per l'economia dell'UE".
Lo sviluppo del commercio elettronico
Conseguentemente al rapido sviluppo del commercio elettronico, la vendita al dettaglio sta attualmente attraversando cambiamenti profondi non solo in termini di modalità di acquisto dei consumatori, ma anche in un'ottica di futuro panorama generale del settore. Le previsioni, spiega Bruxelles, indicano che "il futuro sarà caratterizzato da un commercio al dettaglio multi-canale con rivenditori attivi sia online che offline”. Un'ulteriore tendenza è quella della creazione di piattaforme che offrono ai rivenditori la possibilità di vendere i prodotti in veri e propri 'centri commerciali' online.
Mentre il mercato si modifica in direzione di una sempre maggiore digitalizzazione, le normative che regolano il settore "sono state create decenni fa e non sono state adattate alla nuova realtà creata dall'e-commerce".
La strategia per il mercato unico, adottata dalla Commissione il 28 ottobre 2015, prevede dunque una serie di iniziative e azioni volte a rimuovere le barriere che frenano da un punto di vista economico il lavoro, la crescita e gli investimenti in Europa.