I Comuni avranno più tempo per affidare i lavori di efficientamento energetico. L'impegno è stato preso ieri dal Governo, dopo il pressing di questi giorni dell'ANCI per far slittare la deadline del 15 settembre per l'avvio delle opere. A rischio c'era infatti la perdita dei contributi. Un'ipotesi da scongiurare, visti anche i ritardi causati dal Covid.
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I Ministeri dell’Interno e dell’Economia si sono impegnati "a procedere al rinvio alla fine di ottobre del termine per avviare i lavori finanziati dal fondo di 500 milioni destinati dalla legge di bilancio 2020 (commi 29-37) per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile".
A comunicarlo l'ANCI, che plaude all'accordo raggiunto ieri nel corso della Conferenza Stato – Città e che mette al riparo i Comuni italiani dal pericolo di perdere i fondi. A rischio c'erano infatti quei 500 milioni di euro per intestimenti "green" sui territori che, stando alla norma originale, prevedevano l'obbligo di avvio dei lavori entro il 15 settembre.
Un impegno di difficile attuazione per molte città italiane, complice anche la pandemia che ha comportato rallentamenti e disagi nelle amministrazioni comunali. Adesso però, con l'impegno strappato ieri al governo, i Comuni possono dormire sonni più tranquilli, avendo ottenuto un mese e mezzo in più per l'avvio dei cantieri.
Di quali fondi si tratta
I fondi che sono stati al centro dell'opera di pressing dell'ANCI sono quelli stanziati dalla legge di bilancio 2020.
Dal 2020 al 2024, infatti, i Comuni italiani potranno contare su uno stanziamento annuale di 500 milioni di euro per realizzare investimenti in opere pubbliche destinate a:
- L'efficientamento energetico, compresi interventi volti all'efficientamento dell'illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili;
- Lo sviluppo territoriale sostenibile, compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, interventi per l'adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
Più nello specifico la misura prevede la possibilità per il Comune beneficiario del contributo di finanziare uno o più lavori pubblici, a condizione che tali lavori:
- non siano già integralmente finanziati da altri soggetti;
- siano aggiuntivi rispetto ai lavori da avviare nella prima annualità dei programmi triennali di lavori pubblici.
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Come sono ripartiti i contributi
I fondi disponibili sono attribuiti ai Comuni sulla base della popolazione residente - alla data del 1° gennaio 2018 - secondo la seguente ripartizione:
- ai Comuni con numero di abitanti fino a 5mila, spetta un contributo di 50mila euro;
- ai Comuni con popolazione compresa tra 5.001 e 10mila abitanti, è assegnato un contributo di 70mila euro;
- ai Comuni con un numero di abitanti compreso tra le 10.001 e le 20mila persone, andranno 90mila euro;
- ai Comuni con una popolazione tra 20.001 e le 50mila unità, il contributo ammonta a 130mila euro;
- ai Comuni con un numero di abitanti tra 50.001 e le 100mila persone, il contributo assegnato è di 170mila euro;
- ai Comuni con popolazione compresa tra 100.001 e 250.000 abitanti è assegnato un contributo pari a 210mila euro;
- ai Comuni con oltre 250mila persone, le risorse assegnate sono pari a 250mila euro.
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Con la pubblicazione del Decreto del Ministero dell’Interno del 14 gennaio 2020 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 13 del 17 gennaio scorso) è stata resa nota la ripartizione dei fondi e l’elenco dei Comuni beneficiari per il 2020.
I prossimi step per non perdere i fondi
Grazie all'azione dell'ANCI, adesso i Comuni beneficiari del contributo, per evitare di perdere i fondi assegnati, dovranno far partire i lavori entro la fine di ottobre. Un mese e mezzo in più, dunque, rispetto all'originale scadenza fissata per il 15 settembre 2020.
Una volta verificato l’effettivo avvio dell’esecuzione delle opere, il Ministero erogherà a ciascun Comune il 50% dell’importo assegnato. La restante parte del contributo, invece, sarà versata dopo la trasmissione al Ministero del certificato di collaudo o del certificato di regolare esecuzione dei lavori.
Nel caso di mancato rispetto del termine di inizio dell'esecuzione dei lavori o di parziale utilizzo del contributo, il contributo potrà essere revocato, in tutto o in parte.
In tal caso, le somme derivanti dalla revoca dei contributi saranno assegnate a quei Comuni che, invece, hanno iniziato i lavori previsti. Tali Comuni, però, per poter effettivamente beneficiare dei contributi aggiuntivi, dovranno avviare i lavori entro il 15 marzo dell'anno successivo a quello di riferimento del contributo.
Le opere finanziate con questi fondi saranno monitorate:
- sia attraverso il sistema di monitoraggio previsto dal decreto legislativo n. 229 del 2011 (che prevede la classificazione delle opere sotto la voce "Contributo piccoli investimenti legge di bilancio 2020");
- sia mediante controlli a campione effettuati dal Ministero dell'interno, in collaborazione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
> Consulta il Decreto del 14 gennaio 2020
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