Dopo aver nominato l'eurodeputato italiano David Sassoli alla presidenza del Parlamento europeo, l'Aula di Strasburgo ha eletto Ursula von der Leyen a capo della Commissione UE, confermando la proposta del Consiglio.
Con 383 voti a favore - uno scarto minimo rispetto alla maggioranza richiesta di 374 voti -, 327 contrari e 22 astensioni, il Parlamento europeo ha eletto Ursula von der Leyen presidente della Commissione UE. Il suo incarico inizierà il 1° novembre e durerà cinque anni.
Il voto, a scrutinio segreto, è stato preceduto dal discorso della candidata alla presidenza della Commissione europea agli eurodeputati.
L'ex ministra tedesca della Difesa ha proposto di rivedere al rialzo il target di riduzione delle emissioni al 2030, dal 50% al 55%, e annunciato l'intenzione di presentare un piano per un "accordo verde per l’Europa" e una legge europea sul clima, con l'obiettivo di promuovere maggiori investimenti sostenibili.
Von der Leyen si è espressa a favore dello Stato di diritto come valore europeo e di un "nuovo patto sulla migrazione e l'asilo", che dovrebbe accompagnare la riforma del regolamento di Dublino. Tra i temi anche l'impegno contro la violenza sulle donne, ad esempio attraverso il completamento dell'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul, e per il rafforzamento della democrazia europea, con l'intenzione di lavorare a favore dell’introduzione di liste transnazionali per le prossime elezioni europee e del diritto di iniziativa legislativa del Parlamento UE.
“L’elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea rappresenta un inizio incoraggiante, ma è solo l’inizio”, ha commentato il premier Giuseppe Conte. “Apprezziamo le proposte programmatiche della presidente von der Leyen in direzione di un’Europa finalmente più solidale, più rispettosa dell’ambiente e più sicura rispetto ai traffici illeciti e alla migrazione illegale. Il percorso della nuova Commissione europea in direzione di un’Europa più vicina ai bisogni dei cittadini, più giusta e più democratica avrà successo se potrà contare sull’impegno di tutte le istituzioni europee e degli Stati membri”, ha aggiunto.
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Sassoli alla presidenza del Parlamento UE
Eletto al secondo scrutinio, con 345 voti a favore, su 667 espressi, l'eurodeputato del PD ha superato la concorrenza degli sfidanti Ska Keller (Verdi), Sira Rego (Gue-Sinistra Unitaria) e Jan Zahradil (ECR ), fermi rispettivamente a 119 , 43 voti e 160 voti.
Già vicepresidente del Parlamento UE, Sassoli, 63 anni, è arrivato al Parlamento europeo nel 2009, dopo una lunga carriera come giornalista e conduttore televisivo, da ultimo in Rai, ed è stato riconfermato alle elezioni europee del 2014, sempre all'interno del gruppo S&D.
La necessità di rilanciare il progetto europeo è stata al centro del primo discorso del neo presidente, secondo cui “l’Europa ha ancora molto da dire” a condizione di “mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei cittadini” e di dare risposte condivise alle sfide della “disoccupazione giovanile, delle migrazioni, dei cambiamenti climatici, della rivoluzione digitale, dei nuovi equilibri mondiali, solo per citarne alcuni, che per essere governate hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia”.
Il primo incarico del nuovo presidente è stato quello di presiedere alla nomina dei 14 vicepresidenti e dei 5 questori, che insieme formano l’Ufficio di presidenza del PE, che tra le altre cose ha il compito di stabilire il progetto preliminare di bilancio del Parlamento e di decidere in materia amministrativa, di personale e di organizzazione.
Tra i vicepresidenti eletti, anche l'italiano Fabio Massimo Castaldo (M5S), che rientra nel gruppo dei Non Iscritti, composto da 57 eurodeputati. Gli altri sei gruppi al PE sono PPP, con 182 eurodeputati, S&D con 154 eurodeputati, Renew Europe con 108 eurodeputati, Verdi - Alleanza Libera Europa con 74 eurodeputati, Identità e democrazia con 73 eurodeputati, ECR con 62 eurodeputati e GUE - Sinistra unitaria europea con 41 eurodeputati.
L'Aula ha poi votato la composizione numerica delle venti commissioni e delle due sottocommissioni permanenti, i cui presidenti e vicepresidenti sono stati eletti nelle rispettive riunioni costitutive.
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Gli italiani alla guida delle commissioni parlamentari
Antonio Tajani (PPE-Forza Italia), per la commissione Affari costituzionali, e Roberto Gualtieri (S&D-PD), riconfermato alla guida della commissione Problemi economici e monetari, sono i due eurodeputati italiani che hanno ottenuto la presidenza.
"Lavorerò subito sulla Brexit e su un grande progetto di riforma dell'Europa. In questo proseguirò lo sforzo profuso da presidente del Parlamento europeo per rendere le istituzioni sempre più vicine ai cittadini europei e continuerò il mio lavoro per dare finalmente al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa", ha commentato Tajani.
"Continuerò a battermi per un’Europa della crescita, del lavoro, dell’equità e della coesione. Servono più investimenti per l’innovazione e la sostenibilità ambientale e sociale, occorre riformare e completare l’Unione economica e monetaria, contrastare il dumping fiscale e attuare il pilastro sociale. Sono obiettivi ambiziosi, ma ce la metteremo tutta", ha dichiarato Gualtieri.
Italiani anche i vicepresidenti di altre cinque commissioni:
- Pietro Bartolo (S&D-PD) alla commissione Libertà civili, giustizia e affari interni,
- Caterina Chinnici (S&D-PD)alla commissione Controllo dei bilanci,
- Giuseppe Ferrandino (S&D-PD) alla commissione Pesca,
- Patrizia Toia (S&D-PD) alla commissione Industria, ricerca ed energia,
- Raffaele Stancanelli (ECR-Fratelli d’Italia) alla commissione Giuridica.
Le altre massime cariche dell'Unione
I nomi delle altre massime cariche dell'UE sono stati individuati dai leader dell'Unione durante il Consiglio europeo straordinario del 30 giugno, 1º e 2 luglio 2019 a Bruxelles.
Oltre a proporre Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione europea, i capi di Stato e di Governo hanno individuato quale successore di Donald Tusk alla guida del Consiglio europeo l’ex primo ministro belga Charles Michel, che i leader dei Paesi che condividono la moneta unica hanno designato anche come presidente del Vertice euro. Il mandato di Michel partirà il prossimo 1º dicembre, fino al 31 maggio 2022, e potrà essere rinnovato una sola volta.
Il socialista spagnolo Josep Borell Fontelles è stato invece nominato quale candidato al posto di alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, attualmente ricoperto dall’italiana Federica Mogherini. Ai vertici dell’UE anche un’altra candidatura femminile, quella di Christine Lagarde, attualmente a capo del Fondo monetario internazionale e proposta per la presidenza della Banca centrale europea (BCE) al posto di Mario Draghi.
L'Italia punta a un commissario di alto rilievo economico - presumibilmente quello alla Concorrenza - e ad una vicepresidenza.
I prossimi passi
Dopo l'elezione alla presidenza della Commissione europea, Ursula von der Leyen inviterà i capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione a proporre i loro candidati a commissari, che in base al settore di competenza dovranno presentarsi nelle commissioni parlamentari per essere valutati dagli eurodeputati.
Le candidature dovranno essere espresse entro il 31 agosto, mentre le audizioni si svolgeranno dal 30 settembre all’8 ottobre e permetteranno ai parlamentari di elaborare una valutazione di ciascun candidato da trasmettere al presidente del PE. Il voto dell'Aula sull'intera Commissione dovrebbe arrivare nel corso della sessione plenaria del 21-24 ottobre.
"Adesso inizia una fase molto importante per le istituzioni europee", ha commentato il presidente del PE, David Sassoli. "Ci aspettiamo che i temi di cui la presidente ha parlato davanti all’Aula saranno approfonditi e seguiti anche dai componenti del suo collegio, durante le audizioni preso le commissioni competenti", ha aggiunto.
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