Il Reddito di Cittadinanza si è dimostrato un sostegno essenziale nella lotta alla povertà in Italia, ma - rileva il rapporto INPS 2020 sullo strumento - non mancano i limiti e i margini d’intervento per raggiungere una platea più ampia di beneficiari che ne hanno effettivamente bisogno.
Dal rapporto INPS emergono nuovi dati incoraggianti a proposito del Reddito di cittadinanza, la norma anti-povertà introdotta nel 2019 dal primo Governo Conte, che ha visto chiudere la sua prima tranche di applicazione a fine settembre.
Nel corso della presentazione del rapporto alla Camera dei deputati, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha sottolineato una crescita del numero dei beneficiari del Rdc del 25% durante la pandemia, dai 2,5 milioni di gennaio 2020 agli oltre 3,1 milioni di settembre.
Una misura che, quindi, ha avuto un impatto decisivo, secondo l’Istituto, in quanto "ha ridotto il coefficiente di Gini, che misura le disuguaglianze tra le persone, di 0,7 punti percentuali". Come ha spiegato Tridico, si tratta della "maggior riduzione negli ultimi dieci anni", aggiugendo che "l’intensità della povertà si è ridotta di circa 6 punti percentuali, dal 39% al 33% circa, con un trasferimento netto di oltre 7 miliardi, che grazie al reddito è andato verso il decimo più povero della distribuzione".
Come migliorare il Reddito di cittadinanza?
Il rapporto annuale, inoltre, ha indicato quali sono le criticità del Reddito di cittadinanza e le potenziali azioni per rendere lo strumento maggiormente efficace ed accessibile alle famiglie bisognose.
A proposito dei possibili interventi, il focus è rivolto alle sinergie con le politiche attive e con i progetti sociali di utilità, ma anche a un maggiore collegamento con i Comuni, gli enti sociali e il Terzo settore. "Le politiche attive di per sè non creano lavoro, ma possono favorire l’incontro tra domanda e offerta. La domanda di lavoro nasce soprattutto dagli investimenti produttivi. Sicuramente ci sono margini di miglioramento su formazione, reinserimento nel mercato del lavoro", ha spiegato Tridico.
Servono azioni anche a proposito dei controlli, attraverso un incrocio delle banche dati delle pubbliche amministrazioni, "al fine di evitare che finisca nelle mani di soggetti che non ne avrebbero diritto". Per quanto riguarda i redditi e i beni non dichiarati, "verso queste frodi si può solo intervenire attraverso azioni investigative e repressive, che esulano dalle competenze dell’Istituto, ed eventualmente attraverso interventi legislativi più incisivi", ha concluso Tridico.
L’INPS ha poi indicato la possibilità di un allentamento dei requisiti patrimoniali per raggiungere i più poveri, di un importo base più contenuto per compensare in termini di costo l’aumento dei beneficiari ed attenuare il disincentivo al lavoro. In merito alla redistribuzione delle erogazioni in riferimento alla numerosità familiare, invece, questo intervento non potrà prescindere dalla possibile riforma dell’assegno unico.
Reddito di cittadinanza, come funziona
Il Reddito di cittadinanza - la principale misura di politica attiva del lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale prevista dalla Legge di Bilancio 2019 - prevede l'erogazione di un beneficio economico, su base annua, composto da due elementi:
- una componente ad integrazione del reddito familiare, fino alla soglia di 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza; per la Pensione di cittadinanza questa soglia è incrementata a 7.560 euro;
- una componente ad integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione, come dichiarato a fini ISEE, fino ad un massimo di 3.360 euro annui. Per la Pensione di cittadinanza questo massimale è pari ad euro 1.800 annui.
L’erogazione del beneficio è condizionata alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare, e all’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
I canali ufficiali per la presentazione delle domande sono tre: gli uffici postali, i CAF convenzionati e il sito web dedicato al Reddito di cittadinanza.
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I dati INPS sui beneficiari del reddito di cittadinanza
In base ai dati aggiornati a settembre risultano essere 1.190.593 i nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC). Se si considerano anche i percettori di Pensione di Cittadinanza, si arriva ad un totale di 1.327.888 domande, in aumento del 25% rispetto a gennaio.
I numeri fanno riferimento alle domande trasmesse all’INPS dai CAF, dai patronati e da Poste Italiane.
Nel periodo che va da aprile 2019 a settembre 2020, i beneficiari sono stati 2.977.331, di cui 2.526.679 cittadini italiani, 136.025 europei, 277.776 extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno UE, 36.851 familiari delle precedenti categorie.
A fronte di 2.174.613 nuclei familiari che hanno fatto richiesta di RdC o Pensione di Cittadinanza all’Inps sono state accolte 1.494.167 domande (68,7%). La differenza è composta da 166.279 domande decadute, 128.784 in lavorazione, 551.662 respinte.
La regione con il maggior numero di percettori di Reddito di Cittadinanza è la Campania (248.565 nuceli), seguita dalla Sicilia (218.052), dal Lazio (111.704) e dalla Puglia (110.128). In queste quattro regioni risiede il 57,8% dei nuclei beneficiari.
> Legge Bilancio 2019 - INPS, chiarimenti su Reddito di cittadinanza