La probabilità che il Regno Unito lasci l’Unione europea senza accordo è sempre più realistica. E Bruxelles si prepara per far fronte a questa possibilità, fornendo orientamenti pratici agli Stati membri in diversi settori.
In assenza di un accordo di recesso, che metterebbe in atto un periodo di transizione fino alla fine del 2020, il Regno Unito diventerà un paese terzo a partire dal 13 aprile 2019. L'UE si è preparata a questo scenario ed è rimasta unita durante i preparativi. Adesso è importante che tutti siano pronti e consapevoli delle conseguenze pratiche di un mancato accordo.
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Uscita senza accordo
In caso di uscita senza accordo, il Regno Unito diventerà un paese terzo senza regime transitorio. Da quel momento tutto il diritto primario e derivato dell'UE cesserà di applicarsi al Regno Unito e non vi sarà il periodo di transizione previsto dall'accordo di recesso, il che ovviamente causerà notevoli disagi ai cittadini e alle imprese.
In questo scenario, le relazioni del Regno Unito con l'Unione europea saranno disciplinate dal diritto pubblico internazionale generale, che comprende le norme dell'Organizzazione mondiale del commercio.
L'UE sarà tenuta ad applicare immediatamente la propria normativa e le proprie tariffe alle frontiere con il Regno Unito, inclusi i controlli e le verifiche del rispetto delle norme doganali, sanitarie e fitosanitarie e la verifica di conformità alle norme dell'UE. Nonostante i notevoli preparativi delle autorità doganali degli Stati membri, i controlli potrebbero causare importanti ritardi alla frontiera. Inoltre, i soggetti del Regno Unito non potranno più essere ammessi a beneficiare delle sovvenzioni dell'UE e a partecipare alle procedure di aggiudicazione degli appalti dell'UE secondo le attuali modalità.
Analogamente, i cittadini britannici non saranno più cittadini dell'Unione europea, e saranno sottoposti a controlli supplementari quando attraversano le frontiere nell'UE. Anche in questo ambito gli Stati membri hanno effettuato importanti preparativi nei porti e negli aeroporti per garantire la maggiore efficienza possibile dei controlli, ma potranno comunque verificarsi dei ritardi.
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Preparativi e misure di emergenza dell'UE per l'uscita senza accordo
Dal dicembre 2017 la Commissione europea si sta preparando ad un'uscita senza accordo.
Le misure di emergenza dell'UE non mitigheranno e non potranno mitigare l'impatto complessivo di una no deal Brexit, né tantomeno compenseranno la mancanza di preparazione; non ricreeranno tutti i vantaggi dell'appartenenza all'UE e neppure le condizioni favorevoli per un eventuale periodo di transizione previste dall'accordo di recesso.
Si tratta di proposte di natura temporanea, di portata limitata e che saranno adottate unilateralmente dall'UE. Non si tratta di "mini-accordi" e non sono state negoziate con il Regno Unito.
Tali misure comprendono:
- bilancio UE (in fase di adozione definitiva): in caso di uscita senza accordo, l'UE sarà in condizione di onorare i propri impegni e di continuare a effettuare pagamenti nel 2019 ai beneficiari del Regno Unito per le decisioni e i contratti firmati anteriormente al 30 marzo 2019, purché il Regno Unito onori i suoi impegni nell'ambito del bilancio 2019 e accetti i necessari controlli e audit;
- diritti di pesca e compensazione: le misure prevedono una compensazione per i pescatori e gli operatori degli Stati membri dell'UE, nell'ambito del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, per l'arresto temporaneo delle attività di pesca. Inoltre garantiscono che l'UE possa concedere alle navi britanniche l'accesso alle acque dell'UE fino alla fine del 2019, a condizione che alle navi dell'UE sia concesso di accedere alle acque del Regno Unito su una base di reciprocità;
- servizi finanziari: misure temporanee e limitate per evitare interruzioni improvvise della compensazione centrale dei derivati e dei servizi centrali di deposito titoli per gli operatori dell'UE che attualmente utilizzano operatori del Regno Unito, nonché per agevolare la novazione, per un periodo di tempo determinato di 12 mesi, di alcuni contratti derivati negoziati fuori borsa in caso di trasferimento di un contratto da una controparte del Regno Unito a una controparte dell'UE a 27;
- collegamenti aerei e sicurezza: queste due misure garantiranno i collegamenti aerei di base per evitare una totale interruzione del traffico aereo tra l'UE e il Regno Unito in caso di uscita senza accordo;
- collegamenti stradali: consente il mantenimento di collegamenti stradali di base sicuri tra l'UE e il Regno Unito per un periodo di tempo limitato, a condizione che il Regno Unito conceda lo stesso trattamento alle imprese e agli operatori dell'UE;
- collegamenti ferroviari: garantisce la validità delle autorizzazioni di sicurezza per alcune parti dell'infrastruttura ferroviaria per un periodo strettamente limitato a tre mesi per consentire l'adozione di soluzioni a lungo termine in linea con il diritto dell'UE. Questa misura riguarda in particolare il tunnel sotto la Manica e sarà subordinata al mantenimento, da parte del Regno Unito, di standard di sicurezza identici alle prescrizioni dell'UE;
- ispezioni delle navi: l'obiettivo è garantire la certezza del diritto e la continuità delle attività nel settore del trasporto marittimo;
- riallineamento del corridoio della rete centrale Mare del Nord – Mediterraneo: aggiunge nuovi collegamenti marittimi tra l'Irlanda, la Francia, il Belgio e i Paesi Bassi alla rete centrale e stabilisce una nuova priorità di finanziamento per il meccanismo per collegare l'Europa (MCE): l'adeguamento delle infrastrutture di trasporto ai fini della sicurezza e delle verifiche di frontiera;
- politica in materia di clima: questa misura garantisce che un'eventuale uscita senza accordo non incida sul corretto funzionamento e sull'integrità ambientale del sistema di scambio delle quote di emissione;
- programma Erasmus+: gli studenti e i tirocinanti all'estero che partecipano al programma Erasmus+ al momento del recesso del Regno Unito possono completare gli studi e continuare a ricevere i relativi finanziamenti o borse di studio;
- diritti in materia di sicurezza sociale: sono salvaguardati i diritti (ad esempio periodi di assicurazione, di lavoro (anche autonomo) o di residenza nel Regno Unito prima del recesso) delle persone che hanno esercitato il diritto alla libera circolazione prima del recesso del Regno Unito;
- reciprocità in materia di visti (in fase di adozione definitiva): esenzione dal visto per i cittadini britannici che si recano nell'UE, se anche il Regno Unito concede un regime di esenzione reciproca e non discriminatorio per tutti i cittadini dell'UE;
- programma PEACE: prosecuzione fino al 2020 del programma PEACE, che ha come obiettivo quello di sostenere la pace e la riconciliazione e di promuovere il progresso economico e sociale nell'Irlanda del Nord e nella regione di confine dell'Irlanda. Per il periodo successivo al 2020, la Commissione ha già proposto, nell'ambito del prossimo Quadro finanziario pluriennale, la continuazione e il potenziamento del sostegno transfrontaliero per la pace e la riconciliazione nelle contee situate al confine tra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord.
Il capitolo aiuti di Stato
Per quanto riguarda la necessità di risorse finanziarie e/o assistenza tecnica, le norme vigenti nell'UE sugli aiuti di Stato consentono di affrontare i problemi che le imprese incontreranno in caso di uscita senza accordo.
A titolo di esempio, le norme sugli aiuti di Stato ammettono gli aiuti alle piccole e medie imprese (PMI) per servizi di consulenza o gli aiuti alla formazione finalizzati all'assistenza delle PMI nei preparativi (comprese eventuali formalità doganali).
Gli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione contengono disposizioni in materia di regimi di sostegno temporaneo alla ristrutturazione a favore delle PMI, che potrebbero essere utili per affrontare i problemi di liquidità causati dalla Brexit.
L'accesso ai finanziamenti è possibile in varie forme, attraverso regimi di credito finanziati dallo Stato nel rispetto del tasso di riferimento o garanzie statali sulla base della comunicazione sulle garanzie.
Finanziamento e sostegno nel quadro del bilancio UE
Può inoltre essere messa a disposizione l'assistenza tecnica e finanziaria dell'Unione in alcuni settori, tra cui la formazione dei funzionari doganali nel quadro del programma Dogana 2020. Altri programmi possono contribuire a progetti di formazione analoghi riguardanti i controlli sanitari e fitosanitari.
Per quanto riguarda l'agricoltura, la Politica Agricola Comune (PAC) prevede una serie di strumenti che possono essere attivati in caso di perturbazioni del mercato e che possono fungere da reti di sicurezza, come l'intervento pubblico, lo stoccaggio privato, la prevenzione delle crisi e la gestione del rischio. Strumenti che la Commissione europea ha già utilizzato per affrontare squilibri di mercato in passato, ad esempio nel triennio 2014-2016.
"La Commissione europea ha l'obbligo legale di intervenire e lo faremo", ha assicurato il commissario per l'Agricoltura Phil Hogan in conferenza stampa, sottolineando che l'intervento precoce ha il vantaggio di fornire un sostegno agli agricoltori e allo stesso tempo dare fiducia al mercato circa l'impegno dell'Esecutivo UE nel settore agroalimentare.
Sempre al fine di aiutare le imprese a prepararsi all'eventualità del “no deal”, la Commissione ha aggiornato il Market Access Database (MADB) includendo informazioni dettagliate sulle regole che il Regno Unito applicherebbe sulle sue importazioni dall'UE in caso di mancato accordo. I dati inseriti nel database - che contiene informazioni circa le esportazioni dell'UE in 121 paesi - si basano sulle informazioni rese pubblicamente disponibili dalle autorità del Regno Unito.
Diritti, sicurezza, sanità, dati e pesca: Bruxelles indica la strada
Come indicato da Jean-Claude Juncker al Parlamento europeo il 3 aprile, in caso di mancato accordo il Regno Unito dovrebbe affrontare le tre questioni principali riguardanti la separazione come condizione preliminare prima che l'UE prenda in considerazione l'avvio di discussioni sulle future relazioni.
Si tratta di:
- proteggere e difendere i diritti dei cittadini che hanno esercitato il loro diritto alla libera circolazione prima della Brexit;
- onorare gli obblighi finanziari assunti dal Regno Unito in qualità di Stato membro;
- mantenere la lettera e lo spirito dell'accordo del Venerdì santo e la pace sull'isola d'Irlanda, nonché l'integrità del mercato interno.
La Commissione europea ha inoltre fornito orientamenti pratici agli Stati membri in 5 settori.
Diritti dei cittadini in materia di soggiorno e di sicurezza sociale
La Commissione europea ha costantemente affermato che, in caso di uscita senza accordo, la tutela dei diritti dei cittadini del Regno Unito nell'UE costituisce una priorità e che gli Stati membri dovrebbero dar prova di generosità per quanto riguarda i loro diritti. Il Regno Unito dovrebbe fare altrettanto.
Gli Stati membri dell'UE a 27 hanno predisposto misure nazionali di emergenza per garantire la permanenza legale ai cittadini britannici che soggiorneranno legalmente nel loro territorio nel periodo immediatamente successivo all'uscita senza accordo. Gli orientamenti forniscono una panoramica delle misure di emergenza dell'UE, in particolare il regolamento che stabilisce misure di emergenza nel settore del coordinamento della sicurezza sociale.
La Commissione ha proposto che gli Stati membri adottino una strategia coordinata unilaterale per affrontare alcune questioni non contemplate dal regolamento e, per integrare tale strategia, indica i settori in cui i singoli Stati membri potrebbero fornire ulteriore protezione attraverso misure unilaterali a livello nazionale.
Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale
In caso di mancato accordo, il quadro giuridico dell'UE in materia di cooperazione di polizia e giudiziaria cesserà di applicarsi al Regno Unito. La cooperazione con il Regno Unito dovrà pertanto basarsi su quadri giuridici alternativi e su meccanismi di cooperazione fondati sul diritto internazionale e nazionale.
Gli orientamenti della Commissione illustrano i pertinenti strumenti alternativi cui l'UE e gli Stati membri potranno ricorrere per garantire che la cooperazione di polizia e giudiziaria possa continuare a garantire un elevato livello di sicurezza per i cittadini. Inoltre forniscono indicazioni agli Stati membri sulla disconnessione del Regno Unito da varie banche dati, reti e sistemi informativi dell'UE.
Medicinali e dispositivi medici
Fin dall'inizio il settore medico è stato una delle priorità del lavoro di preparazione della Commissione: le linee guida sono state pubblicate già nel luglio 2017. Grazie alle misure di preparazione, la maggior parte dei medicinali interessati dal recesso del Regno Unito dovrebbe ora essere conforme alla legislazione dell'UE a partire dalla data dell'uscita del Regno Unito.
È tuttavia possibile che, nonostante gli sforzi compiuti, alcuni medicinali e dispositivi medici possano non essere conformi in tempo. Vi sarà quindi il rischio di penuria di determinati prodotti se gli operatori economici non agiranno rapidamente per porre rimedio alla situazione.
Gli orientamenti UE evidenziano in che modo la Commissione collaborerà con l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e con le autorità nazionali di regolamentazione nel campo dei medicinali per monitorare la situazione da vicino e affrontare eventuali problemi. Inoltre illustrano le possibilità di avvalersi delle esenzioni e delle deroghe previste dalle norme vigenti al fine di ridurre il rischio di carenze di medicinali e di dispositivi medici critici in caso di mancato accordo.
Protezione dei dati
La Commissione ritiene che gli strumenti esistenti nell'ambito del regolamento generale sulla protezione dei dati per lo scambio con i paesi terzi siano sufficienti a soddisfare le necessità immediate dei trasferimenti di dati verso il Regno Unito in caso di mancato accordo. Gli orientamenti forniscono dettagli sugli strumenti previsti, sulle condizioni ben definite per l'uso delle deroghe, nonché sulle misure concrete che le imprese e le autorità dell'UE dovranno adottare per garantire la costante conformità alle norme dell'UE sulla protezione dei dati.
Pesca
L'UE ha adottato due misure di emergenza nel settore della pesca per coprire tutti gli scenari in caso di Brexit senza accordo.
Da un lato, ha creato il quadro giuridico appropriato per consentire alle navi del Regno Unito l'accesso reciproco alle acque dell'UE per tutto il 2019, purché il Regno Unito conceda l'accesso alle sue acque alle navi dell'UE. Dall'altro, l'UE ha anche adeguato i criteri di ammissibilità del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca al fine di garantire che i pescatori che devono cessare le proprie attività, nel caso in cui il Regno Unito non conceda un accesso continuativo alle proprie acque, possano beneficiare di una compensazione.
In tal caso, sarebbe essenziale che gli Stati membri adottassero una strategia coordinata per garantire parità di condizioni tra i pescatori dell'UE nei diversi Stati membri e proteggere le risorse marine.
Gli orientamenti forniscono dettagli su tale strategia coordinata. La Commissione collabora, con gli Stati membri più direttamente interessati, a un quadro per il monitoraggio dei cambiamenti nelle attività di pesca nelle acque dell'UE, al fine di evitare distorsioni.