Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati

|Novità|31 ottobre 2018

Beni confiscati - photo credit: sailkoTra i provvedimenti approvati nell'ultima seduta del CIPE c'è anche la Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati, che coordina gli interventi finanziati attraverso i fondi della Politica di Coesione e altre risorse finanziarie.

Politica Coesione - via libera a Strategia valorizzazione beni confiscati

Via libera del CIPE alla Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati, lo strumento previsto dalla legge di Bilancio 2017 per il il coordinamento, l'indirizzo, la sorveglianza e il supporto alle Amministrazioni statali, agli enti locali ed ai soggetti che intervengono a diverso titolo nella gestione dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata, attraverso fondi europei e nazionali.

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Il contributo delle Politiche di Coesione

La Strategia nasce dall’esigenza di adottare una regia unica dell’azione pubblica finalizzata alla transizione verso la legalità delle aziende e dei beni confiscati alla criminalità quale forma primaria di contrasto al fenomeno.

Le risorse per la valorizzazione socio-economica ed istituzionale dei beni confiscati provengono anzitutto dai fondi strutturali e di investimento europei e dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e possono essere utilizzate per realizzare progetti di varia natura, dalla ristrutturazione e riqualificazione di immobili ai fini di riutilizzo civile, al supporto della capacità istituzionale nella gestione dei beni confiscati, dall’educazione alla legalità all’inclusione sociale.

Oltre alle Politiche di Coesione 2014-2020, la valorizzazione di questi patrimoni può essere sostenuta attraverso diverse forme di intervento, da investimenti di tipo infrastrutturale a strumenti di finanza agevolata.

Finanziamenti per recupero imprese e beni confiscati alla criminalita'

I regimi di aiuto finanziati con fondi nazionali

Nel quadro delle risorse nazionali rientra ad esempio il regime di aiuto istituito dal Ministero dello Sviluppo economico, all’interno del Fondo Crescita Sostenibile, per promuovere la nascita e lo sviluppo di cooperative di piccola e media dimensione, tra cui quelle che gestiscono aziende confiscate, nell’intero territorio nazionale. Partito con una dotazione di 9,8 milioni nel 2016, il regime di aiuto è stato potenziato dalla legge di bilancio 2017 con ulteriori 10 milioni per il biennio 2017-2018.

Vi è poi lo stanziamento da 18 milioni di euro approvato con decreto del ministro delle Infrastrutture e Trasporti del 30 gennaio 2015 per il recupero abitativo degli immobili sottratti alla criminalità da destinare ai Comuni, su individuazione dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), per essere assegnati alle categorie sociali più svantaggiate con priorità per i soggetti sotto sfratto esecutivo.

La legge di Stabilità 2016 ha autorizzato inoltre una spesa di 30 milioni per il triennio 2016-2018 per assicurare alle aziende sequestrate e confiscate la continuità e l’accesso al credito bancario, il sostegno agli investimenti e agli oneri accessori per le ristrutturazioni aziendali, la tutela dei livelli occupazionali, la promozione di misure di emersione del lavoro irregolare, la tutela della salute e della sicurezza del lavoro, il sostegno delle cooperative.

Il 30% di queste risorse sono allocate tramite un’apposita sezione del Fondo di Garanzia per le PMI e il restante 70% mediante una sezione dedicata del Fondo Crescita Sostenibile per l’erogazione di finanziamenti agevolati. Nel 2016 quest’ultima sezione del Fondo è stata incrementata di 20 milioni a favore delle imprese operanti nel territorio della Regione Siciliana, mentre la legge di Bilancio 2017 ha incrementato entrambe le sezioni dei due Fondi complessivamente di 10 milioni di euro per l’anno 2019.

Per garantire la coerenza tra i Programmi cofinanziati dai fondi UE, le risorse della programmazione nazionale e gli interventi a livello regionale, a partire dal 2017 sono stati sottoscritti specifici Protocolli con le Regioni Calabria, Campania, Puglia e Basilicata, per un valore complessivo di 220 milioni di euro. Un Protocollo analogo è in via di sottoscrizione anche con la Regione Siciliana.

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