Aggiornato il 28 giugno 2018. Il comitato dei rappresentanti permanenti dei paesi UE conferma l'accordo sul dossier rinnovabili: fissato un target del 32% al 2030.
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Il trilogo sul dossier rinnovabili si chiude con un accordo per fissare il target al 32%. Il comitato dei rappresentanti permanenti dei paesi UE (Coreper) ha confermato l'intesa raggiunta il 14 giugno.
Chiusa la partita europea sulle rinnovabili
L’iniziale proposta della Commissione di raggiungere il 27% di rinnovabili entro il 2030, senza prevedere obblighi vincolanti per gli Stati membri, era stata subito bollata dal Parlamento europeo come deludente. Ed era stata rimandata al mittente dalle commissioni Industria e Ambiente del PE con la richiesta di un obiettivo di rinnovabili nei consumi finali europei del 45%.
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Questo impegno realisticamente non sarebbe stato accolto dagli Stati membri, così il target è stato portato al 35%, con la richiesta di includere obiettivi nazionali vincolanti.
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Timidi passi avanti da parte degli Stati membri erano stati mossi ad aprile, nel corso della riunione informale dei ministri dell’Energia europei a Sofia. E nelle scorse settimane i nuovi governi di Italia e Spagna si erano detti pronti ad abbracciare le posizioni dell'Europarlamento quanto agli obiettivi, vale a dire fissare target UE del 35% al 2030 per la quota di consumo di energie rinnovabili.
Il compromesso raggiunto il 14 giugno scorso non è altrettanto ambizioso - 32% di rinnovabili al 2030 - ma supera comunque le aspettative iniziali: “Accordo raggiunto”, ha twittato soddisfatto il commissario UE per l’Azione per il clima Miguel Arias Canete.
Deal! New 32% renewables target for 2030. Renewables are good for Europe, and today, Europe is good at renewables. This deal is a hard-won victory in our efforts to unlock the true potential of Europe's clean energy transition. Thank you all! #REDII #ParisAgreement #CleanEnergyEU pic.twitter.com/oluzsJ1alm
— Miguel Arias Cañete (@MAC_europa) 14 giugno 2018
Le altre novita' dell'accordo: criteri di sostenibilita' per biomasse solide
Oltre a fissare il target del 32%, l’accordo fissa la quota di fonti rinnovabili nei trasporti al 14%, prevede di eliminare l’utilizzo di olio di palma entro il 2030 e fissa la riduzione delle emissioni di CO2 al 40% entro il 2030.
Per la prima volta sono inoltre stati inseriti criteri di sostenibilità per le biomasse solide. L'approccio garantisce che la biomassa sia prodotta in modo sostenibile e legale, indipendentemente dalla sua origine geografica.
I criteri di sostenibilità si applicheranno per gli impianti con potenza (sia elettrica sia termica) pari o superiore a 20 MW, e agli Stati membri è consentito fissare criteri più elevati.
In termini di target gli impianti a biomassa per la produzione elettrica e termica (anche raffrescamento) dovranno dimostrare di garantire un risparmio dei gas effetto serra del 70% dal 2012 e dell'80% dal 2026.
In caso di nuovi impianti che producono solo energia elettrica, le installazioni tra 50 MW e 100 MW devono soddisfare i criteri BAT (Best available technologies), gli impianti da 100 MW devono avere un'efficienza elettrica netta di almeno il 36%. I combustibili fossili non possono essere il principale combustibile, escludendo la co-combustione delle biomasse nelle centrali elettriche a carbone.
Aggiornamento al 28 giugno: Coreper conferma l'accordo
Il comitato dei rappresentanti permanenti dei Paesi UE ha ora dato il via libera all'accordo sulla nuova direttiva rinnovabili, che fissa l'obiettivo principale di consumi di energia pulita al 32% del totale entro il 2030. Il target sarà riesaminato, con la possibilità di incrementarlo, nel 2023. Nel 2014 i leader europei si erano accordati sul 27%.
Il via libera spiana la strada all'approvazione del dossier da parte della plenaria del Parlamento europeo, prevista per ottobre.