In attesa delle proposte della Commissione per la Politica Agricola Comune 2021-2027, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato la sua posizione sulle priorità della nuova PAC. Parole chiave: equità, ambizione e flessibilità.
La proposta legislativa della Commissione europea per la riforma della Politica agricola comune (PAC) post 2020 verrà annunciata venerdì 1° giugno, ma intanto il Parlamento ha chiarito le priorità che dovrebbero guidare la nuova programmazione. Con 468 voti in favore, 123 contrari e 89 astensioni, la plenaria ha chiesto finanziamenti adeguati ed equi, semplificazione e flessibilità nella gestione dei fondi, senza però cedere alla tentazione di rinazionalizzare la PAC.
“Sono necessari obiettivi ambiziosi per il futuro della Politica agricola dell’UE. Dobbiamo garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di cibo di qualità per i cittadini europei, un migliore sostegno ai giovani, ai nuovi agricoltori e alle loro famiglie, per aumentare la competitività degli agricoltori, anche rendendo l’agricoltura più intelligente e innovativa e preparandola meglio alle fluttuazioni del mercato", ha dichiarato il relatore italiano Herbert Dorfmann (PPE). Tuttavia, ha aggiunto "questo obiettivo potrà essere raggiunto solo se in futuro la PAC resterà veramente comune e ben finanziata. Questo è ciò per cui lotteremo nella prossima riforma della PAC".
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No alla rinazionalizzazione della PAC
Il punto di partenza della risoluzione del Parlamento è la comunicazione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura presentata a novembre dalla Commissione europea. Qui l'Esecutivo UE ha anticipato l'idea dei Piani strategici nazionali, che dovrebbero permettere a ciascuno Stato membro di personalizzare gli interventi, sia del primo che del secondo pilastro, per aumentarne al massimo il contributo agli obiettivi dell'UE, prestando maggiore attenzione alle condizioni e alle esigenze locali.
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L'adeguamento della PAC ai contesti nazionali è un principio condiviso dagli eurodeputati, che però temono che un'eccessiva “rinazionalizzazione” della Politica agricola comune conduca a una “sovraregolamentazione” a livello regionale e nazionale e possa falsare la concorrenza nel mercato unico. Da qui, da una parte, la proposta di prevedere un modello chiaro e semplice di Piano strategico nazionale, dall'altra, la richiesta di fare in modo che ciascun Piano garantisca gli stessi standard e che eventuali violazioni delle regole da parte degli agricole portino a sanzioni analoghe in tutti gli Stati membri.
Risorse adeguate e ripartizione equa
Sul piano finanziario il Parlamento boccia anzitutto il taglio dei fondi per la PAC, stimato nell'ordine del 15% rispetto alla dotazione attuale, e soprattutto la riduzione del 25% del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale delineata nella proposta di Quadro finanziario pluriennale del 2 maggio.
In più, gli eurodeputati chiedono che i finanziamenti siano equamente distribuiti tra gli Stati membri, tenendo conto degli importi ricevuti e delle differenze, ad esempio, tra i costi di produzione o di potere di acquisto che esistono tra i diversi Paesi. Una richiesta, questa, particolarmente importante per l'Italia, penalizzata dalla tradizionale ripartizione sulla base degli ettari, che premia le grandi superfici e non i modelli agricoli ad alta intensità di investimenti e capitale umano.
Sempre sul fronte dell'equità, gli eurodeputati chiedono di fare in modo che i fondi UE vadano soprattutto alle aziende piccole e medie, con un massimale di pagamento obbligatorio a livello europeo per le grandi imprese.
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Attenzione alla sostenibilità
Secondo il Parlamento, la PAC 2021-2027 dovrebbe mantenere l'attuale architettura a due pilastri, con il primo, interamente finanziato con fondi UE, dedicato al sostegno al reddito, alle misure ambientali di base e alle attuali misure di mercato, e il secondo adeguato alle esigenze di sviluppo rurale degli Stati membri.
Per gli eurodeputati, però, la PAC dovrebbe anche incentivare gli agricoltori e gli altri beneficiari a intraprendere pratiche agricole intelligenti e sostenibili e azioni dirette a fornire beni pubblici ambientali e sociali che non sono remunerati dal mercato, tra cui la conservazione delle risorse idriche e la protezione della biodiversità, della fertilità del suolo, degli impollinatori, dello strato di humus e del benessere degli animali.
Un importo minimo del bilancio totale disponibile nell'ambito del secondo pilastro, inoltre, dovrebbe essere destinato alle misure agricole, ambientali e climatiche, per la cattura di CO2, lo stato di salute del suolo, la pianificazione della gestione dei nutrienti per proteggere la biodiversità e la diversità genetica negli animali e nelle piante, oltre che per l'agricoltura biologica e le aree Natura 2000.
Spazio ai giovani agricoltori
La plenaria chiede anche un approccio globale alla sfida del rinnovamento generazionale, che dovrebbe passare per i pagamenti supplementari ai giovani agricoltori nel primo pilastro e per le misure a sostegno del primo insediamento nel secondo, ma anche per nuovi strumenti finanziari, ad esempio uno strumento per concedere l'accesso al capitale in caso di risorse limitate..
In più, gli eurodeputati sottolineano l'importanza delle misure nazionali per rimuovere gli ostacoli normativi ed economici all'avvio di imprese giovanili in agricoltura e incoraggiano la previsione di misure, anche a livello nazionale, per favorire il passaggio della terra tra agricoltori anziani e giovani.
Proteggere gli agricoltori nella filiera alimentare
La PAC dovrebbe contribuire a rafforzare la posizione dei produttori primari all'interno della catena di approvvigionamento alimentare, garantendo un'equa distribuzione del valore aggiunto tra produttori, trasformatori e dettaglianti, sia favorendo la creazione di organizzazioni dei produttori e interprofessionali, che prevedendo norme minime contro le pratiche commerciali sleali e abusive.
Sulla base dell'efficacia dimostrata dai programmi operativi dell'OCM unica nel settore della frutta e degli ortaggi, gli eurodeputati propongono di allargare il meccanismo ad altri settori, a cominciare da quello lattiero-caseario, soprattutto per contrastare l'abbandono delle regioni montane e ultraperiferiche dell'Unione.
Il Parlamento chiede anche anche l'introduzione di un nuovo strumento di gestione dell'autoassistenza per l'olio di oliva, prevedendone la conservazione negli anni in cui si registra un eccesso di produzione e l'immissione sul mercato quando la produzione è inferiore alla domanda, e la creazione di nuovi incentivi per gestire la volatilità dei prezzi e dei redditi dovuta al clima, alle condizioni meteorologiche avverse e ai rischi sanitari e di mercato.
Attenzione infine agli accordi commerciali con i Paesi terzi: per quanto vantaggiosi per alcuni settori agricoli dell'UE e per l'economia europea nel suo complesso, questi accordi devono essere valutati con cautela, garantendo la coerenza tra la politica commerciale e gli obiettivi della PAC e non devono causare l'indebolimento delle norme europee o mettere a rischio la tenuta delle piccole e medie imprese agricole, dei territori rurali e dei settori più sensibili.
Ipotesi regolamento transitorio
La risoluzione approvata dal Parlamento anticipa la proposta legislativa sulla riforma della PAC che la Commissione presenterà venerdì 1° giugno e che dovrà essere approvata da PE e Consiglio tramite la procedura di co-decisione. Una procedura che partirà con un ritardo significativo e che sarà inevitabilmente condizionata dalla prossimità delle elezioni europee.
Il Parlamento propone quindi chiede l'adozione di un regolamento transitorio che, in caso di ritardo nell'approvazione della nuova PAC, consenta agli agricoltori di continuare ad avere accesso ai finanziamenti UE e in particolare alle misure del Programma di sviluppo rurale.
> Risoluzione sul futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura
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