Mentre in Lombardia il bando per i sistemi di accumulo di energia da fotovoltaico fa il pieno di domande, ecco cosa succede in Europa.
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Che siamo entrati nell’era del fotovoltaico l’ha sostenuto nelle scorse settimane anche il rapporto Renewables 2017 dell'International Energy Agency. Una rimonta dovuta in primis alle politiche cinesi: il Paese del dragone, infatti, si è imposto come leader indiscusso della crescita del fotovoltaico, tanto che l’aumento (+50%) di capacità registrata dal fotovoltaico a livello globale nel 2016 è dovuta quasi unicamente alla Cina, che da sola ha contributo circa alla metà di tale crescita.
Ma l’interesse verso il settore è evidente anche in Italia, come dimostra il grande successo registrato nell’arco di poche ore dal bando della Regione Lombardia per la diffusione di sistemi di accumulo di energia elettrica da impianti fotovoltaici.
Boom di domande in Lombardia
Domande quasi doppie rispetto agli impianti ammessi: ben 2.522 richieste a fronte di una disponibilità per circa 1.350 impianti, con il 73% delle domande arrivato nelle prime sei ore di apertura del bando, nonostante la finestra per l’invio fosse aperta per una settimana (dal 21 al 27 settembre scorsi).
Sono numeri di tutto rispetto quelli dell’avviso con cui la Regione metteva a disposizione 4 milioni di euro per permettere ai cittadini di finanziare l’acquisto e l’installazione di sistemi di accumulo. L'agevolazione consisteva in un contributo a fondo perduto fino al 50% delle spese dell’intervento, IVA compresa, fino ad un massimo di 3mila euro per ciascun intervento ammesso.
Avviso che la Regione ha riproposto a distanza di circa un anno dal primo, analogo, che pure aveva fatto registrare in breve tempo risultati molto positivi.
“L’auspicio è che la stessa sensibilità di Regione Lombardia sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, sull’ambiente e sull’efficienza energetica possa essere dimostrata anche da altre Regioni e che le stesse, quindi, replichino l’iniziativa”, sottolinea in una nota ANIE, federazione aderente a Confindustria che rappresenta le imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano in Italia.
Da Strasburgo un segnale forte: alzare i target rinnovabili
Almeno il 35% di rinnovabili sui consumi finali al 2030, anziché il 27% proposto finora, e obiettivi nazionali vincolanti.
A chiederlo è la commissione Ambiente del Parlamento europeo, che con 32 voti favorevoli, 29 contrari e 4 astenuti ha adottato la risoluzione sulla proposta di direttiva per le rinnovabili presentata dalla Commissione europea lo scorso novembre. Proposta, quella dell’Esecutivo UE che ha fissato al 27% il target 2030, senza prevedere obblighi vincolanti per i singoli Stati membri.
Il PE chiede di cambiare decisamente rotta, non solo alzando l’asticella e imponendo target nazionali vincolanti, ma anche chiedendo criteri di sostenibilità più severi per i biocarburanti, con limite al 7% dei consumi dei trasporti e phase out di quelli di prima generazione entro il 2030, anticipato al 2021 per l'olio di palma.
Il testo deve ora passare lo scrutinio della commissione parlamentare Industria, che si esprimerà il 28 novembre.
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