Le monarchie idrauliche di Mesopotamia e Cina ci hanno lasciato in eredità la difficile arte di regolare i fiumi; l’intervento del bipede umano, già da quei tempi, ha reso più violente ed ingestibili le inondazioni. Tanti punti di sfogo, prima dell’intervento della mano umana, garantiva inondazioni più o meno pacifiche ed anche benefiche; se le acque sono sotto il nostro “controllo” le inondazioni sono meno frequenti ma anche meno positive.
E, quando superano il livello di guardia di costrizione esogena, la violenza, di breve periodo e ormai tristemente nota a tutti noi, può diventare catastrofica.
Se il sistema diventa regolato e complesso, senza punti di sfogo preventivi, assistiamo all’apertura di valvole di salvaguardia spontanee, che vanno ad aprirsi nei punti più deboli. Soprattutto in quelli meno presidiati.
Il vecchio continente è follemente innamorato dell’apposizione di regole. La costituzione europea è di fatto un’enciclopedia, neppure lontanamente alla portata di uno studente universitario; immaginiamo per un comune cittadino.
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