
Un’Europa a più velocità, più esigenze e più richieste. È questo il quadro che ha davanti la Commissione europea, che in queste settimane è al lavoro sulla strategia per la resilienza idrica. Il lavoro della commissaria Jessika Roswall consisterà soprattutto nel comporre il variegato puzzle di esigenze differenti, come emerge leggendo le oltre 600 osservazioni giunte in risposta alla consultazione pubblica e come racconta a FASI Emanuele Romano, che alle tematiche dell’acqua dedica gran parte del suo lavoro al CNR.
Nel contributo da voi presentato chiedete che sia colmato un doppio deficit, di informazioni e di conoscenza. Sono due elementi collegati?
Sì, è necessario disporre di database aperti e completi che forniscano dati in situ e quelli satellitari tempestivi sulla situazione meteo, idrologica e geomorfologica, sulle acque sotterranee, sulle captazioni, sugli usi e sulle restituzioni. Il deficit di conoscenza attiene alla messa a sistema dei dati.