Bene gli incentivi, meno bene la burocrazia e i lacciuoli normativi. È un bilancio in chiaroscuro quello che emerge sulle CER, le comunità energetiche rinnovabili, anche se sono senza dubbio più gli aspetti positivi. I principali benefici sono soprattutto economici e ambientali. Semaforo verde, quindi, anche se ci sarebbe bisogno di intervenire ancora per semplificare le regole. Lo sostiene un’indagine di FIRE, la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, e dei tavoli di lavoro dell’Osservatorio ENEA.
Una guida completa agli incentivi per l'autoconsumo e le comunità energetiche
Proprio ieri in Sardegna è nata la prima comunità energetica industriale sarda: 13 aziende della zona di Macchiareddu hanno firmato dal notaio la nascita del nuovo soggetto giuridico che consentirà loro di ottenere benefici economici, ambientali e sociali. Le aziende condivideranno l'energia elettrica prodotta da impianti a fonte rinnovabile presenti nei loro stabilimenti, uno scambio che garantirà vantaggi sia a chi la produce che a chi la riceve. Ed è proprio questa la ratio delle comunità energetiche che nasce da una precisa esigenza europea: «Le azioni energetiche guidate dai cittadini contribuiscono alla transizione verso l’energia pulita, promuovendo l’efficienza energetica all’interno delle comunità locali», ha spiegato la DG Energia della Commissione europea in un approfondimento pubblicato in questi giorni.
Le CER contro la povertà energetica
Nel 2023 circa il 10,6% degli europei non è stato in grado di mantenere adeguatamente calda la propria casa, con un aumento dell’1,3% rispetto al 2022.