Banche: studio ABI, razionalizzare costi e aumentare ricavi

|Studi e Opinioni|24 dicembre 2018

Settore bancario - photo credit: MoSchleSecondo il Rapporto lavoro 2018 dell'ABI, agli sforzi delle banche per recuperare redditività devono accompagnarsi azioni di riforma a sostegno del credito e per calmierare i mercati finanziari.

Banche: ABI, prestiti in aumento nel triennio 2018-2021

Le incertezze macroeconomiche, le pressioni della regolamentazione e della vigilanza europea e le esigenze di riorganizzazione del lavoro, nell'ottica della trasformazione digitale, delineano un quadro sfidante per il settore bancario, che deve continuare ad agire per migliorare la redditività. E' quanto emerge dalla ventiseiesima edizione del Rapporto 2018 dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI) sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria.

Si tratta di uno scenario che il settore affronta partendo da basi più solide rispetto al recente passato, con una qualità degli attivi in netto miglioramento e più pronto ad operare nel nuovo contesto che va delineandosi, riconosce il report. Tuttavia, avverte l'ABI, la redditività si conferma ancora inferiore a quanto necessario a garantire un adeguato supporto alla crescita dell’economia italiana. E l’eventuale conferma di segnali di rallentamento economico, ancora di più se associati alla stabilizzazione dello spread sovrano su livelli elevati, potrebbe compromettere i risultati fin qui raggiunti.

Servono quindi ulteriori azioni incisive per recuperare margini di efficienza, in risposta alle crescenti pressioni concorrenziali che arrivano anche da società esterne al settore. Un percorso che passa per la razionalizzazione dei costi, oltre che per una maggiore diversificazione dei ricavi, che risulta complessa in un contesto economico ancora in lento sviluppo.

Alle iniziative interne al settore dovrebbero accompagnarsi, però, secondo l'ABI, anche fattori esterni: un quadro congiunturale favorevole, un quadro di regole che non penalizzi l’attività delle banche a supporto di famiglie e imprese e interventi di riforma volti a calmierare i mercati finanziari, in particolare le attuali tensioni sul rischio sovrano, che potrebbero impattare sul patrimonio e sul costo della raccolta delle banche e quindi sul costo del credito.

Da considerare anche l’impatto delle nuove tecnologie, sia nel rapporto con i clienti, sia nella gestione delle risorse umane.

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