Per affrontare le sfide odierne della cooperazione allo sviluppo e dare maggiore risalto al ruolo svolto dall’UE e dai suoi Stati che, assieme, sono il primo donatore al mondo, bisogna riformare l’EFAD. Il percorso passa per una maggiore sinergia tra la BEI, la BERS e le agenzie nazionali.
Con le conclusioni del Consiglio adottate il 14 giugno, a Bruxelles si è tornato a parlare della riforma dell’Architettura finanziaria europea per lo sviluppo (EFAD), una struttura che si basa su una molteplicità di attori europei e nazionali (pubblici e privati), nonché su diversi strumenti finanziari.
Le conclusioni riflettono la necessità di riunire le istituzioni e le risorse per lo sviluppo per ottenere risultati migliori sul campo e sottolineano l'importanza di un orientamento politico rafforzato da parte del Consiglio.