A Bruxelles il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, si schiera contro la proposta della Commissione di dimezzare i fondi europei per la promozione dei prodotti agroalimentari made in EU e chiede di attivare le misure eccezionali previste dall'articolo 221 del regolamento (UE) n. 1308/2013 per gli agricoltori italiani danneggiati dagli eventi climatici estremi verificatisi nella prima metà dell'anno.
Al primo Consiglio Agricoltura sotto presidenza ungherese, l'Italia riporta quindi l'appello degli agricoltori italiani e dei consorzi delle indicazioni geografiche in allarme per il taglio del plafond per la promozione dei prodotti agroalimentari - che la Commissione vorrebbe ridurre da 185,9 a 92 milioni di euro e destinare solo ai programmi semplici - insieme alla richiesta di attivare misure eccezionali per mitigare l'impatto degli eventi climatici avversi che hanno pesantemente colpito le imprese agricole italiane nel primo semestre 2024.
No al taglio dei fondi europei per la promozione dei prodotti agroalimentari
L'intervento del ministro Lollobrigida sul plafond per la promozione dei prodotti agroalimentari raccoglie l'appello rivolto dagli operatori al settore al Governo ad attivarsi in sede europea contro la proposta della Commissione di dimezzare i finanziamenti, da 185,9 a 92 milioni di euro, e di cancellare programmi multipli e iniziative condotte direttamente dall'Esecutivo UE, lasciando in piedi solo i programmi semplici.
Una proposta respinta in blocco da Coldiretti, Filiera Italia, Legacoop Agroalimentare e Cia-Agricoltori Italiani, come una minaccia “alla crescita dell’export del made in Italy a tavola, salito nel 2023 alla cifra record di oltre 64 miliardi di euro” che rischia di “vanificare il lavoro portato avanti in questi anni dalla filiera in termini di internazionalizzazione”. “Nel 2023 circa il 40% delle risorse nell’ambito dei programmi semplici è stato assorbito dal nostro Paese e circa il 38% nei programmi multipli, per un totale di circa 54 milioni di euro”, hanno sottolineato le organizzazioni nella lettera comune indirizzata al Governo, evidenziando anche la crescente partecipazione degli altri Stati membri dell'Unione, “tanto che le domande arrivate per il 2024 hanno raggiunto la cifra di oltre 290,9 milioni di euro (ben oltre il budget disponibile) e un numero complessivo di candidature ricevute – sempre a livello UE – in aumento del 36% rispetto al 2023 (+52% per i programmi multipli e +32% per quelli semplici).
In difesa dei fondi europei per la promozione dei prodotti agricoli si è espressa anche l'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Origin Italia. “Un solido bilancio per la politica di promozione è essenziale per fornire a chi investe nelle produzioni di qualità gli strumenti necessari per mantenere la loro competitività, sostenendo al contempo la transizione verso una maggiore sostenibilità”, ha evidenziato l'associazione, ricordandone il “ruolo fondamentale nell'attenuare le perturbazioni del mercato date da emergenze come quelle che abbiamo vissuto con l’aumento dei prezzi legato agli eventi climatici, o a epidemie come la Peste Suina Africana”. Non solo. Secondo Origin Italia, la cancellazione dei programmi multipli “creerebbe svantaggio rispetto a Paesi terzi che stanno invece investendo molto in questo campo (negli USA sono stati destinati 300 milioni di dollari per promuovere l’export agroalimentare americano)”, privando i produttori dell'Unione di uno strumento fondamentale per rafforzare la dimensione europea della promozione e creare partenariati tra organizzazioni di diversi Stati membri.
Per approfondire: Fondi europei: 186 milioni per la promozione dei prodotti agricoli
Riserva di crisi e aumento anticipi PAC per gli agricoltori italiani
La seconda richiesta italiana sottoposta da Lollobrigida alla Commissione europea, e ribadita al Consiglio Agrifish del 15 luglio, riguarda l'attivazione dell'articolo 221 del Regolamento UE n. 1308/2013 in base al quale l'Esecutivo UE può adottare atti di esecuzione per attivare misure di emergenza necessarie e giustificabili volte a risolvere problemi specifici. Nello specifico, Roma chiede l'attivazione della riserva di crisi PAC e l'incremento della percentuale degli anticipi PAC con riferimento agli importi spettanti agli agricoltori a titolo dei pagamenti diretti e dei contributi FEASR per le misure a superficie e a capo dello sviluppo rurale.
A supporto della sua posizione l'Italia ha presentato un documento di analisi della situazione meteoclimatica, redatto dal Masaf in collaborazione con Ismea, che descrive la duplice situazione di emergenza che vede il paese spaccato in due, con il Mezzogiorno alle prese con una fortissima siccità e il Nord vittima di fenomeni alluvionali catastrofali e di esondazioni.
Per approfondire: Agricoltura: prorogati i termini per domanda unica PAC e misure a superficie