C'è tempo fino al 16 settembre per partecipare alla call nell'ambito dell'ESA Spark Funding volta a creare e implementare le migliori tecnologie abilitanti e innovative per le future missioni spaziali, promuovendo il trasferimento tecnologico tra lo spazio e i settori non spaziali, e viceversa.
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L'ESA Spark Funding è un fondo dedicato a finanziare studi di fattibilità e progetti dimostrativi per testare nuove soluzioni tecnologiche, lanciato per la prima volta in Italia con una dotazione di 1,35 milioni di euro. Scopo di questo strumento è quello di accelerare il processo di sviluppo del prodotto di un'impresa, affinando la roadmap per la commercializzazione in modo da offrire una maggiore offerta ai propri clienti.
Per accedere alle risorse messe a disposizione con il Fondo, è stata lanciata una open call per promuovere la cosiddetta 'cross-fertilization' tra diversi settori - spaziale e non - e al contempo favorire l’incontro tra il mondo della ricerca e quello industriale. L'invito, rivolto alle imprese italiane, mira a ridurre il rischio commerciale delle innovazioni, coinvolgere partner e concludere accordi con clienti per sviluppare nuovi prodotti.
Come partecipare alla call dell'ESA Spark Funding
Gli obiettivi specifici della call dell'ESA Spark Funding:
- determinare quanto una soluzione è in grado di soddisfare le esigenze degli utenti, dei clienti e delle parti interessate nell'applicazione di destinazione (spazio o non spazio) e valutare la redditività del business;
- da un lato garantire il coinvolgimento di clienti, utenti e altri stakeholders rappresentativi, dall'altro convalidare la trazione della soluzione sul mercato;
- preparare lo sviluppo del prodotto/servizio sostenibile mediante l'elaborazione della tabella di marcia.
Possono partecipare all'iniziativa sia le piccole e medie imprese (PMI) che le grandi aziende, aventi a disposizone dei prodotti già esistenti. Nello specifico si tratta di due particolari casistiche: spin-in, ossia realtà imprenditoriali che selezionano una tecnologia originariamente sviluppata per un'applicazione non spaziale per trasferirla nel comparto Spazio; o spin-out, cioé realtà che fanno l'operazione opposta, integrando tecnologie spaziali in altri settori da quello automotive all'agrifood.
Nel dettaglio, l'iniziativa è strutturata in due fasi.