Mentre le anticipazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sulla riforma del Fondo di garanzia PMI hanno rassicurato le imprese, con l'impegno a rendere strutturale l'importo massimo garantito di 5 milioni di euro, dal titolare del MEF arriva una doccia fredda, peraltro confermata anche dalla Nadef: le garanzie pubbliche dovranno funzionare come strumenti selettivi destinati a operazioni ad elevata addizionalità.
Riforma Fondo Garanzia PMI: verso conferma soglia 5 milioni di euro
Che il sistema delle garanzie pubbliche stesse per essere riformato, con la fine imminente della fase di operatività straordinaria del Fondo di garanzia PMI dettata prima dal Covid e poi dalla crisi energetica, era cosa nota. Le dichiarazioni di Giorgetti, tuttavia, indicano una direzione finora non così palese. “Ci sarà un rinnovamento nell'uso delle garanzie”, ha dichiarato il ministro dell'Economia e delle Finanze intervenendo tramite un videomessaggio all'Insurance Summit dell'Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), anticipando che l'obiettivo è passare dall'immissione a pioggia di liquidità nel sistema economico a meccanismi più selettivi.
Un messaggio che conferma quanto prospettato anche nella Nadef appena trasmessa al Parlamento, che indica tra i prossimi obiettivi del Governo una maggiore efficienza “nel combinare risorse pubbliche e private e nella capacità del settore pubblico di erogare garanzie sul credito sempre più mirate e selettive”, anche per contenere l'aumento dei crediti deteriorati.
Per approfondire: Verso la legge di Bilancio. Ecco il testo della Nadef 2023
Modello FEIS e InvestEU per le garanzie sui finanziamenti alle imprese
I lavori sulla riforma del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese sono già in corso, in vista della scadenza dell'attuale disciplina a fine anno. La cornice normativa sarà assicurata dalla legge di Bilancio 2024, insieme a un apposito decreto interministeriale, e diverse anticipazioni sui contenuti sono già state fornite dal ministro Adolfo Urso e dal sottosegretario Massimo Bitonci, tra cui la conferma del limite di 5 milioni di euro come importo massimo garantito per impresa, il maggiore coinvolgimento delle regioni, la gratuità dell'intervento per le microimprese e l'ampliamento della platea includendo tutti i soggetti iscritti al Registro nazionale del Terzo settore.
Le dichiarazioni di Giorgetti segnalano però un netto un cambio di paradigma rispetto alla funzione anticrisi che le garanzie pubbliche hanno svolto negli ultimi anni, in primis quelle del Fondo di garanzia PMI. Un'importanza testimoniata anche dal report aggiornato al 30 giugno 2023 pubblicato ieri dal soggetto gestore Mediocredito Centrale, che registra un aumento del 23,6% delle domande accolte (118.518) rispetto al secondo semestre dell’anno scorso, un incremento del 28% dell’importo finanziato (22,4 miliardi) e del 28,3% dell'importo garantito (16,8 miliardi) e una crescita significativa al Sud, cui fa riferimento circa un terzo delle domande, dei finanziamenti e degli importi garantiti.
I modelli cui il Governo guarda per la riforma delle garanzie pubbliche, secondo quanto spiegato da Giorgetti al Summit Ania, sarebbero il FEIS, il Fondo europeo per gli investimenti strategici gestito dal gruppo BEI nell'ambito del Piano Juncker, e il suo successore InvestEU. Garanzie, cioè, utilizzate “per ridurre gli assorbimenti di capitale e facilitare il 'crowding in' di investitori privati nell'assunzione di posizioni subordinate in operazioni a elevata addizionalità”. La garanzia pubblica, ha aggiunto Giorgetti, andrebbe quindi unicamente ad “operazioni sostenibili e che, in assenza di quella copertura, non sarebbe possibile fare".
Leggi il Report nazionale sul Fondo di garanzia PMI aggiornato al 30 giugno 2023