MIMS, Regione Puglia, RFI e Autorità portuale del Mar Ionio hanno firmato un protocollo che permetterà di studiare e sperimentare i sistemi di levitazione magnetica nel trasporto ferroviario. In questo modo l’Italia punta ad essere tra i Paesi all'avanguardia nel settore.
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L'accordo firmato il 1° settembre è, dunque, un passo importante per il futuro del settore ferroviario e - con esso - del Paese.
Cosa prevede il progetto di sperimentazione dei treni a levitazione magnetica?
Sulla falsariga dell’accordo già sottoscritto con la Regione Veneto e le Concessioni Autostradali Venete (Cav) che prevede l’avvio della sperimentazione dell’HyperTransfer su strada”, il nuovo protocollo firmato ieri ha come focus le ferrovie.
In questo modo - spiega il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini - “vogliamo che l’Italia sia in prima linea nello sviluppo di tecnologie d’avanguardia che aprono la strada anche a possibili sviluppi in campo industriale e positive ricadute occupazionali per il nostro Paese”.
In effetti il protocollo “permette per la prima volta la sperimentazione nel settore ferroviario di tecnologie di ultima generazione, come i treni a levitazione magnetica” che permetterebbero trasporti di merci e persone ad altissima velocità.
Più nello specifico, “il progetto prevede la realizzazione di studi di fattibilità avanzati per l’uso nel trasporto ferroviario delle tecnologie a levitazione magnetica, lo sviluppo di progetti di fattibilità tecnico-economica di prima fase e la realizzazione di prototipi”.
In tale contesto, quindi, “le parti firmatarie si impegnano ad attivare una procedura di ‘partenariato per l’innovazione’ (ai sensi dell’articolo 65 del Codice degli Appalti) per l’individuazione di uno o più operatori economici dotati dei requisiti necessari ad attuare il progetto”.
Per far ciò i firmatari del protocollo metteranno “a disposizione 4 milioni di euro (di cui 1,8 milioni dalla Regione Puglia, ulteriori 1,8 milioni da RFI e 400mila euro dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio-Porto di Taranto) per coprire i costi delle diversi fasi fino alla realizzazione di prototipi e alla sperimentazione sul campo”, spiegano dal MIMS.
Come accennato, tra i firmatari vi è anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio che, oltre a partecipare al finanziamento del progetto, fornirà anche gli spazi idonei alla realizzazione dell’infrastruttura e garantirà l’assenza di interferenze operative nell’esecuzione dei test.
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Foto di Donald Tong