Il ministro per le Politiche europee, Vincenzo Amendola, coordinatore del Comitato interministeriale Affari europei, risponde alla fuga di notizie sui progetti che dovrebbero rientrare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dal Recovery fund.
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Una risposta forte e immediata quella del ministro Vincenzo Amendola, che ha annunciato in mattinata di aver sporto denuncia per individuare chi ha fatto trapelare un documento con la lista degli interventi presi in esame prima di essere presentati a Bruxelles per accedere ai fondi del Recovery Fund.
Si tratta, secondo il titolare delle Politiche europee, di "schede ricevute da fonte anonima con l'unico intento di creare confusione e disinformazione" perché "risalenti a uno stadio iniziale dei lavori con ipotesi e proposte già ampiamente superate".
È noto, infatti, che la presentazione ufficiale del Recovery plan avverrà a gennaio 2021 e sarà a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il documento, diffuso erronaeamente, delinea un quadro comprensivo di 557 progetti, per un valore totale di 677 miliardi di euro, più del triplo rispetto allo stanziamento assegnato all'Italia in base all'accordo raggiunto dal Consiglio europeo, che consiste in 209 miliardi di euro. La cifra sarebbe tanto elevata perchè relativa ai progetti presentati dai Ministeri prima di essere passati dalla scrematura e dal confronto con la task force della Commissione UE.
Recovery Plan: le linee guida del CIAE
"Nel frattempo la stesura del Piano di rilancio segue il cronoprogramma indicato, in costante confronto con Parlamento, enti locali e Regioni sulle linee guida, in attesa delle comunicazioni della Commissione europea", ha spiegato Amendola.
Un primo passo si è compiuto con la prima riunione del CIAE, lo scorso 8 settembre, che ha approvato lo schema di "Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza".
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Il documento strategico indica quattro sfide per contribuire a risolvere le sfide strategiche del Paese:
- migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia;
- ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;
- supportare la transizione verde e digitale;
- innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione.
Per affrontare queste sfide, il piano considera proposte concrete per ciascuno dei sette cluster individuati:
- Digitalizzazione e innovazione;
- Transizione ecologica e Green Deal;
- Competitività del sistema produttivo;
- Mobilità sostenibileIstruzione, formazione e ricerca;
- Inclusione sociale e territoriale;
- Salute.
A questi si aggiungono quelle che vengono definite politiche di supporto, una serie di riforme trasversali ai settori:
- investimenti pubblici;
- revisione delle concessioni;
- riforma della pubblica amministrazione;
- riforma del fisco;
- riforma della giustizia;
- riforma del mercato del lavoro.
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