Coronavirus e smart working: obblighi per la PA e vademecum Agid per lavoro agile sicuro

|Novità|19 marzo 2020

Coronavirus: smart working obbligatorio per la PALa pubblica amministrazione accetta la sfida dello smart working. A seguito della circolare del Ministero per la pubblica amministrazione firmata lo scorso 4 marzo, si passa da semplice sperimentazione a obbligo per la PA al fine di limitare le possibilità di contagio da coronavirus. La Cert-PA di Agid, a tal proposito, pubblica un vademecum per il lavoro agile dei dipendenti pubblici.

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Smart working: vademecum Agid per lavoro online sicuro

Sono undici le raccomandazioni rivolte ai dipendenti pubblici che hanno adottato la modalità di lavoro agile a seguito dei provvedimenti normativi, un vademecum per utilizzare al meglio e in sicurezza i propri dispositivi personali come pc, smartphone e tablet. 

L'iniziativa, elaborata dal Cert-PA di AgID, è una guida per supportare le PA e orientare i lavoratori nel contrasto ad eventuali attacchi informatici, suggerendo comportamenti responsabili anche quando si utilizzano dotazioni personali. 

Le undici raccomandazioni per lo smart working sicuro sono:

  • segui prioritariamente le policy e le raccomandazioni dettate dalla tua Amministrazione;
  • utilizza i sistemi operativi per i quali attualmente è garantito il supporto;
  • effettua costantemente gli aggiornamenti di sicurezza del tuo sistema operativo;
  • assicurati che i software di protezione del tuo sistema operativo (Firewall, Antivirus, ecc) siano abilitati e costantemente aggiornati;
  • assicurati che gli accessi al sistema operativo siano protetti da una password sicura e comunque conforme alle password policy emanate dalla tua Amministrazione;
  • non installare software proveniente da fonti/repository non ufficiali;
  • blocca l’accesso al sistema e/o configura la modalità di blocco automatico quando ti allontani dalla postazione di lavoro;
  • non cliccare su link o allegati contenuti in email sospette;
  • utilizza l’accesso a connessioni Wi-Fi adeguatamente protette;
  • collegati a dispositivi mobili (pen-drive, hdd-esterno, etc) di cui conosci la provenienza (nuovi, già utilizzati, forniti dalla tua Amministrazione);
  • effettua sempre il log-out dai servizi/portali utilizzati dopo che hai concluso la tua sessione lavorativa.

I vantaggi del lavoro agile per la PA

Per poter rendere smart working una pratica familiare ai dipendenti pubblici diventa necessaria una riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, realtà che mal si conciliano con i tempi dell’emergenza a causa della difficile gestione delle procedure interne.

“La progressiva digitalizzazione della società contemporanea, le sfide che sorgono a seguito dei cambiamenti sociali e demografici o, come di recente, da situazioni emergenziali rendono necessario un ripensamento generale delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa anche in termini di elasticità e flessibilità, allo scopo di conseguire effetti positivi sul fronte della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti”, ha spiegato la ministra Fabiana Dadone.

A questo scopo la circolare n. 1 del 4 marzo 2020 fornisce una serie di chiarimenti circa le modalità di implementazione delle misure normative e sugli strumenti, anche informatici, per incentivare il lavoro agile nel pubblico.

Tra gli vantaggi per affrontare la sfida smart working nelle PA si evidenzia l’importanza:

  • del ricorso, in via prioritaria, al lavoro agile come forma più evoluta anche di flessibilità di svolgimento della prestazione lavorativa, in un’ottica di progressivo superamento del telelavoro;
  • dell’utilizzo di soluzioni “cloud” per agevolare l’accesso condiviso a dati, informazioni e documenti;
  • del ricorso a strumenti per la partecipazione da remoto a riunioni e incontri di lavoro (sistemi di videoconferenza e call conference);
  • del ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni;
  • dell’attivazione di un sistema bilanciato di reportistica interna ai fini dell’ottimizzazione della produttività anche in un’ottica di progressiva integrazione con il sistema di misurazione e valutazione della performance.

Si sottolinea, inoltre, che le istruzioni indicate saranno maggiormente efficaci se facilitate dalla disponibilità dei dipendenti a usare i propri computer domestici per lavorare.

Nel nuovo quadro, infine, è previsto l’adeguamento delle singole amministrazione e la comunicazione al Dipartimento della Funzione pubblica entro sei mesi, oltre al monitoraggio standard delle attività svolte dai dipendenti previsto dalla direttiva n. 3 del 2017.

Consulta la circolare del Ministero per la Pubblica Amministrazione n. 1 del 4 marzo 2020

Confindustria, lo smart working piace alle imprese

Sul fronte privato non mancano gli aiuti destinati alle imprese che vogliono implementare il lavoro agile.

Risulta evidente dallo studio degli effetti sui lavoratori dello smart working condotto dal Centro Studi Confindustria, la forte diffusione del lavoro agile nelle grandi realtà imprenditoriali. Nel 2019 quasi un’azienda associata su 10 ha offerto forme di lavoro flessibile e si stima che un altro 10% di aziende sia interessato ad affrontare questo tema.

L’indagine rileva una diffusione del fenomeno più alta nel settore dei servizi rispetto a quello industriale, al netto delle costruzioni (11% contro l’8%), e nelle imprese più grandi, tra queste 1 su 5 prevede il lavoro agile.

Smart working - graphics by Confindustria 

I dipendenti che lavorano in smart working sono più soddisfatti del proprio lavoro, il 76% rispetto al 55% di coloro che svolgono le proprie attività in modalità tradizionale; dimostrando, inoltre, un legame più forte con la propria impresa (71% contro il 56%).

FSE Lombardia: i piani aziendali di smart working

Un esempio virtuoso di approccio alla nuova modalità lavorativa dello smart working è la Regione Lombardia, la quale stanzia 4,5 milioni di euro per un bando in apertura il prossimo aprile.

L’iniziativa, finanziata dal POR FSE 2014-2020, è finalizzata a promuovere modelli innovativi di organizzazione del lavoro per incrementare la produttività aziendale e il benessere di lavoratori e lavoratrici, e ad agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, eliminando il vincolo del luogo ove deve essere svolta la prestazione e lasciando libertà di scelta al lavoratore.

Possono partecipare al bando le imprese regolarmente iscritte alla Camera di Commercio di competenza; oppure i soggetti, in forma singola o associata, non iscritti alla Camera di Commercio, in possesso di partita IVA.

Ai soggetti beneficiari dell’agevolazione è messo a disposizione un voucher aziendale, a fondo perduto, per la fruizione di:

  • servizi di consulenza e formazione finalizzati all’adozione di un piano di smart working con relativo accordo aziendale o regolamento aziendale approvato e pubblicizzato nella bacheca e nella intranet aziendale;
  • acquisto di “strumenti tecnologici” funzionali all’attuazione del piano di smart working.

Il valore del voucher varia in relazione al numero di dipendenti e al tipo di azione, da un minimo di 2.500 euro ad un massimo di 15.000 euro.

La domanda di finanziamento potrà essere presentata esclusivamente online sulla piattaforma informativa dedicata entro il 15 dicembre 2021.

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Graphics by Confindustria